Quando se n’è andò dall’Italia in tanti erano convinti di non doverlo rimpiangere. Ci ha messo del tempo Haris Seferovic, ma quell’idea ora è cambiata. Lo svizzero è il goleador del Benfica e un centravanti che farebbe e che ha fatto gola a molti. Tanti infatti sono stati i momenti in cui l’attaccante ex Fiorentina, Lecce e Novara è stato vicino al ritorno in Serie A. In nessuna occasione, però, l’affare era arrivato in porto. Ma in Porto… gallo, a Lisbona, con la maglia del Benfica, da attaccante è finalmente diventato bomber.
A Firenze lo portò Pantaleo Corvino nell’inverno del 2009. Uno dei pochi a credere nel ragazzo sin dall’inizio, tanto da seguirlo personalmente al mondiale Under 17 in Nigeria. Segnò 5 gol in 6 partite, di cui l’ultimo decisivo in finale contro i padroni di casa. 1-0, gol di Seferovic e Svizzera Campione del Mondo. “Tu torni indietro con me”. Detto, fatto e assegno da 1,8 milioni al Grasshoppers. Un investimento importante per un ragazzo da aggregare soltanto alla Primavera viola.
Il tempo ci ha messo un po’ prima di dare ragione – anche stavolta – all’attuale DS del Lecce. Il talento svizzero non sboccerà mai con la maglia viola. Neanche dopo il prestito a Lecce, consigliato dallo stesso Corvino a Carlo Osti, allora Direttore Tecnico del club salentino. Né dopo la ripartenza a Novara: “Fu là che tutto iniziò davvero”, disse lo stesso Seferovic qualche anno fa: 9 gol in 16 partite e promozione in A sfiorata. Quella A con cui non è mai andato d’accordo. Almeno fino ad ora.
Dall’Italia alla Spagna e poi in Germania. Prima Real Sociedad, poi Eintracht Francoforte: piazze diverse, copione simile con qualche primo cambiamento: gol pochi, ma pesanti. Come quello ai preliminari di Champions contro il Lione. O quello ancor più decisivo in Germania, nello spareggio Playout contro il Norimberga. Nel 2014 segnò anche ai mondiali in Brasile, al 92’ contro l’Ecuador per il 2-1 finale. Un gol che permise poi alla sua nazionale di accedere agli ottavi. Fu la prima e unica sua firma in quella competizione. Pochi, ma erano sempre pesanti i gol di Seferovic.
Nella sua carriera sembra esserci un pre e un post Benfica: i suoi numeri sono cambiati dall’arrivo dello svizzero in Portogallo: in quattro anni ha segnato 65 gol e trascinato il club al titolo nel 2019 finendo capocannoniere in campionato. Quest’anno lo Sporting è forse ormai imprendibile, ma il suo rendimento individuale resta altissimo: 18 gol in 25 presenze in campionato. Da attaccante a bomber, l’upgrade è stato effettuato.
Il nostro campionato lo ha rimpianto e sfiorato. Nel 2016 lo cercò la Sampdoria, in cerca di un sostituto dopo la partenza di Eder. Un anno dopo la Fiorentina provò a riportarlo a Firenze, ma fu il Benfica ad avere la meglio. Lo stesso Benfica che decise di trattenerlo dopo una prima stagione ancora non troppo convincente, facendo muro alle avances dell’Udinese, che provò quello che finora è stato l’ultimo tentativo (andato male) di un club di Serie A di riportarlo in Italia. Quell’Italia con cui il rapporto non è mai sbocciato. Quell’Italia che si troverà di fronte il 16 giugno all’Olimpico, nella seconda giornata del gruppo A di Euro 2020. E se dovesse segnare un nuovo gol pesante, stavolta sorriderebbe forse solo Pantaleo Corvino. L’unico a credere in lui sin dall’inizio.
A cura di Cosimo Bartoloni
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