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Smalling e la Roma: rinnovi, dubbi, cifre e la clausola alla Mkhitaryan

Sempre titolare in questa stagione, già tre gol, decisivo sia in fase difensiva che nell’altra area di rigore. Chris Smalling è un pilastro irrinunciabile della difesa della Roma di Mourinho. Arrivato alla quarta stagione nella Capitale, però, questa rischia di essere l’ultima dell’inglese a Trigoria. Il suo contratto scade a giugno 2023 e in queste settimane la dirigenza ha avviato i contatti per il rinnovo. Nella prima metà di gennaio il suo agente è stato nel centro sportivo giallorosso per trattare il prolungamento. 


 

L’offerta della Roma

La Roma ha presentato una proposta di due anni, abbassando però le cifre del nuovo accordo rispetto a quello vigente – circa 3,8 milioni di euro – ma con bonus importanti soprattutto legati alle presenze. Smalling ha 33 anni e il nuovo contratto lo farebbe restare a Roma fino ai 35 anni. La formula proposta dalla società è anche una forma di tutela, vista l’avanzare dell’età del giocatore, da eventuali stop fisici troppo lunghi.

Dall’altro lato, però, l’agente del giocatore ha avanzato richieste differenti: o un biennale ma a cifre più alte o un triennale, periodo maggiore su cui spalmare l’ingaggio attuale. La Roma al momento ha ascoltato la domanda, ma non rilancia. 


 

La volontà di Chris e la clausola

L’intenzione del giocatore è di rimanere in Italia, perché Smalling a Roma si trova bene e dopo il primo anno di prestito ha spinto parecchio per la cessione a titolo definitivo dal Manchester United.

Ma nel contratto di Smalling esiste una clausola unilaterale di rinnovo, esercitabile fino al 31 maggio. Ovvero un’altra stagione di contratto alle stesse cifre di quelle attuali. Una situazione analoga a quella del contratto di Henrikh Mkhitaryan dello scorso anno. Opzione di cui poi l’armeno non usufruì e si svincolò per poi firmare con l’Inter. La posizione della Roma, dunque, rimane quella di un prolungamento biennale a cifre inferiori rispetto a quelle vigenti ora.

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