Ha segnato due gol nelle sue prime tre partite in Serie A: un attaccante di livello, si potrebbe pensare. E invece no: un difensore che però il vizietto ce l’ha. Arthur Theate è senza dubbio uno dei protagonisti in positivo di questa stagione: arrivato in estate dal campionato belga, sta trascinando il Bologna con solidità e gol.
La trattativa per portarlo in Italia è stata lunghissima: “Ci è voluto un anno, ma ne è valsa la pena“, racconta a GrandHotelCalciomercato.com l’agente Silvio Pagliari, intermediario dell’operazione Theate e titolare della Player Management assieme al socio Michelangelo Minieri.
“Con la nostra rete di osservatori l’abbiamo notato e ci ha convinto da subito: allora abbiamo messo in piedi l’affare grazie agli ottimi rapporti con l’agente del giocatore, Patrick De Vlamynck. La prima offerta del Bologna è arrivata addirittura ad agosto 2020“. Da quel momento un continuo pressing all’Oostende, proprietario del cartellino, che ha continuato a fare muro per mesi: “I rossoblù mettevano sul piatto i soldi richiesti, ma loro cambiavano di continuo le carte in tavola alzando la posta”.
Tira e molla, tira e molla. Finchè, proposta dopo proposta, i belgi hanno ceduto. Grazie, anche alla volontà del giocatore: “Theate ha sempre dato la sua priorità e la sua parola al Bologna, affascinato dalla Serie A”, rifiutando il Colonia e il Rennes. “Bigon ha puntato forte su di lui e ha chiuso l’affare”. L’offerta vincente è stata di 1 milione subito e 5,5 il prossimo anno. Tanti soldi per un classe 2000 che tra i professionisti aveva giocato una sola stagione.
Al momento, però, l’investimento sembra azzeccato: “Dopo solo tre partite è stato convocato in Nazionale maggiore per la prima volta”. E, nonostante la sconfitta subita contro la Francia, il giovane centrale non può che imparare accanto a maestri del calibro di Vertonghen e Alderweireld. “Ha grande personalità, è sicuro di sé ed è venuto in Italia col piglio giusto. Ora deve solo stare con i piedi per terra e continuare a migliorare” La strada è appena iniziata, ma sembra già tracciata: “Può arrivare in alto: il Bologna ci ha visto lungo”. Bigon ha fatto bingo? Sarà il tempo a dircelo.
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