Thiago Motta ha un rapporto speciale con la Liguria. Lì ha preso contatto con la Serie A, arrivando al Genoa nella stagione 2008-2009, quella stessa piazza che lo ha lanciato da allenatore nel 2019. Esperienze con risvolti diversi: se da calciatore il Ferraris è stato il suo trampolino di lancio, da guida tecnica è rimasto in panchina solo dieci partite.
Quell’esperienza, però, venne segnata dalla classe di Thiago Motta. È il campionato 2018-2019 e l’italobrasiliano subentrò in panchina ad Aurelio Andreazzoli dopo la pesante sconfitta per 5-1 contro il Parma. Per l’ex centrocampista era la prima esperienza da allenatore di una prima squadra dopo la parentesi con l’under 19 del Paris Saint Germain.
I risultati, però, non lo premiano nonostante ottime prestazioni (il ko con la Juve all’ultimo a tempo scaduto o il pari con il Napoli di Ancelotti) e dopo nove giornate Preziosi decide di esonerarlo. Il contratto venne risolto circa un mese dopo, a gennaio 2020. Qui il gesto che spiazzò il presidente rossoblù.
“Mi pagate fino al mio ultimo giorno di allenamento” la richiesta di Thiago Motta che chiese al Genoa di non pagargli l’ultimo mese di stipendio, quello che avrebbe incassato seduto non in panchina, ma sul divano di casa. Un gesto d’altri tempi a conferma della classe di un campione.
E adesso per Thiago Motta le porte della Liguria si riaprono, ma a 100 km di distanza da Genova. C’è lo Spezia, e Thiago è pronto a tornare in Italia per guidare una nuova squadra.
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