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Tonetto e il suo derby di mercato: “Lazio? Volevo solo la Roma di Spalletti”

La capacità di non fermarsi ai traguardi raggiunti e di superarsi ogni volta, verso nuovi obiettivi e nuove conquiste. Ecco, questa non è mai mancata a Max Tonetto, prima centrocampista e poi difensore classe ’74, triestino di nascita, ma leccese e romano d’adozione. La sua carriera è partita da lontano, dal campionato interregionale: “Giocavo nel San Giovanni a Trieste e nel secondo anno di allievi mi hanno promosso in prima squadra. Avevo sedici anni, ma fui subito titolare con i grandi, così mi chiamarono Parma, Milan e Reggiana. Alla fine andai a Reggio Emilia a fare la Primavera” ricorda Tonetto ai nostri microfoni.

Tonetto: “Al Milan non ebbi fiducia, cambiai perchè volevo giocare”

Le prime esperienze fanno crescere Tonetto, che infatti si trasferisce ad Empoli dove fa il suo esordio in Serie A. Due stagioni importanti che fanno tornare il Milan su di lui: “Avevo fatto bene dal punto di vista personale, ma non sapevo dell’interesse del Milan, me lo comunicò il presidente Corsi. Non mi aspettavo una chiamata da una squadra così importante, ero felice, ma anche un po’ impaurito da quel salto”.

I rossoneri, campioni d’Italia in carica con Zaccheroni, non riescono però a dare lo spazio adatto a quel giovane in crescita: “Mi aveva voluto direttamente l’allenatore, ma in quella squadra non riuscii a giocare in quei primi sei mesi. La concorrenza era tanta, ma io sono sempre stato così anche se mi trovavo al Milan: non ho sentito la fiducia adatta e ho preferito spostarmi dove avrei potuto giocare di più. Anche se dopo il mio trasferimento a gennaio Zaccheroni mi chiamò per dirmi «Dovevi avere pazienza, è un contesto difficile quello del Milan per inserirsi»”  


La “seconda casa” Lecce e il sogno giallorosso

Il tempo ha comunque dato ragione a Tonetto, che ripartendo da Bologna e Lecce, ha saputo continuare una carriera al massimo in Serie A: “Tra l’altro nel settembre 2000, prima di andare in Salento, giocai con il Bologna la prima di campionato contro la Roma, che incontrai nuovamente appena trasferito al Lecce. Sfidai tre volte la squadra di Capello, che poi è diventata campione d’Italia”. Era già evidente, che i giallorossi sarebbero stati nel suo destino.

A Lecce mi trovai molto bene, ma non mi rinnovarono il contratto. Successe qualcosa di simile anche con la Sampdoria nel 2006”. Ma come detto, la perseveranza non è mai mancata a Max, che ha trovato sempre nuove sfide per alimentarsi. Specie se arrivano da chi lo ha visto crescere: “Mi arrivò la chiamata di Spalletti, che avevo avuto a Empoli, nel 2006, per capire cosa volessi fare la stagione successiva: «Verresti a Roma?» Io non esitai un secondo”. 

“Lazio? No, vado alla Roma con Spalletti”

Nonostante, la concorrenza, anche in stile “derby” non mancasse: “Mi volevano anche Fiorentina e Lazio” conferma Tonetto, “in particolare i biancocelesti mi offrivano un contratto più lungo, ma non li ho mai presi in considerazione. Volevo solo la Roma”.  


Quattro stagioni nella Capitale, fra le quali specie le prime due da assoluto protagonista: “Feci molto bene. Vincemmo due volte la Coppa Italia e una Supercoppa italiana, così mi tentarono dall’estero. In una trasferta di Champions a Londra, alcuni intermediari provarono a convincermi a trasferirmi in Inghilterra. Ma avevo già tre figli e ho preferito scegliere la serenità della famiglia”. 

Così Tonetto chiude la carriera a Roma nel 2010, salutando dopo aver giocato per quasi quindici anni al massimo livello. Restandoci quando in pochi se lo sarebbero aspettati. Non Spalletti, che lo ha preso, credendo in lui e nella sua perseveranza. E i tre trofei vinti insieme hanno dato ragione ad entrambi.

Paolo Borella

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