Eternamente Francesco Totti. Nel giorno del suo 44esimo compleanno, il mondo del calcio si alza in piedi, ancora una volta, e gli fa i più sentiti auguri, per una carriera da Re… di Roma. Una vita in giallorosso, un voto, il 10, che rispecchia la sua classe apprezzata in campo, unica nel tempo. In «Grand Hotel Calciomercato», che dal primo ottobre troverete in tutte le librerie d’Italia, c’è un capitolo ad hoc «C’è chi dice no» in cui si racconta come e perché Francesco, in passato, sia stato a un passo dall’addio dalla Roma. Qui un piccolo estratto.
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«C’è, però, chi ha tentato davvero di spostare il Colosseo da Roma a Madrid. E più volte, tra l’altro. Impossibile, no? Se ti chiami Florentino Perez e sei il presidente del Real dei galattici nulla può sembrare impossibile. E poi, comunque, domandare è lecito, rispondere pura cortesia. Siamo nella stagione 1996-97, Francesco Totti è al quarto anno in serie A con la maglia della Roma e il campo lo vede poco: il nuovo allenatore, l’argentino Carlos Bianchi, lo schiera per novanta minuti solo in due occasioni da settembre a gennaio escluso. Per questo, durante la sessione invernale di mercato, il giovane «Pupone» chiede di essere ceduto in prestito alla Sampdoria dove ritroverebbe il suo ex allenatore Spinosi, in quel momento vice di Eriksson a Genova». Come andrà a finire?
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