Puntate al rialzo, poi al ribasso, con bluff e contro bluff. Quella tra Jordan Veretout e la Roma più che una trattativa è stata una vera e propria partita di poker. Con un’ultima mano al cardiopalma, giocata in una calda giornata di luglio del 2019. Una trattativa chiusa e riaperta, poi saltata, infine ricucita e richiusa. Il tutto in 24 ore.
Ma partiamo dall’inizio. Mattina, estate, caldo. La Roma, trovato l’accordo con il calciatore e alle battute finali con la Fiorentina, convoca il giocatore: “Ti abbiamo prenotato una stanza in albergo, vieni così firmiamo”. Detto, fatto. Veretout prende e parte da Firenze direzione Roma. La stessa cosa fa il suo agente Giuffredi, appuntamento in un albergo vicino Trigoria.
E’ questione di poco, il tempo di far chiudere l’accordo a Roma e Fiorentina e poi si va in sede a firmare. Le ore passano, il telefono non squilla e la tensione sale. Si fa sera e ed ecco la telefonata: “Purtroppo ci sono dei problemi, dobbiamo rivedere gli accordi”. Strategia chiara quella giallorossa: con il giocatore in città, si tenta lo sconto last-minute. Giuffredi perde la pazienza dopo una giornata di attesa, ma vuole lasciare tranquillo Veretout. Per questo non gli dice nulla.
Con il giocatore in albergo, pronto a firmare, la trattativa si è arenata. Ma la mano di poker è in pieno svolgimento e la Roma ha fatto la sua mossa. Fold? No, rilancio. In fretta e furia Giuffredi e Veretout scendono nella hall e fanno una scenata davanti a tutti: “Basta, ce ne andiamo. Torniamo a Firenze”. Non c’è nessun dirigente della Roma, solo qualche cliente sbigottito. Ma l’obiettivo è uno soltanto: il concierge dell’albergo.
Il giocatore e il suo agente se ne vanno, in piena notte. Direzione… un altro albergo della Capitale. Non c’è volontà di far saltare il banco, solo di riportare la trattativa sui giusti binari. Troppi occhi e troppe orecchie nell’albergo della Roma, chi doveva sentire ha sentito. E probabilmente ha riferito. Les jeux sont faits, ora serve solo aspettare. Ma la tattica rischiosa di Giuffredi paga. E’ in autostrada tornando verso Napoli, all’altezza di Anagni il suo cellulare squilla. E’ la Roma. “Ci vediamo domattina a Trigoria così firmiamo”. Bluff, contro bluff e piatto. Rien ne va plus, Jordan. La mano è tua.
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