Facile non è stata. E nemmeno lampo. La trattativa per portare Matias Vina alla Roma ha ricalcato tutti i tratti del giallo di calciomercato. Il blitz, la frenata, i problemi. Poi il viaggio, l’attesa e infine l’ufficializzazione arrivata a distanza di oltre tre settimane dalla accordo formale tra le parti. Un’estenuante corsa della Roma per regalare a Mourinho il sostituto di Leonardo Spinazzola è giunta finalmente a conclusione. Adesso è ufficiale: “Matias Vina è un nuovo giocatore della Roma”.
Un lungo periplo di calciomercato sviluppato tra San Paolo, Madrid, Parigi e Roma. Con un’appendice a Montevideo. Una trattativa nata nella testa di Tiago Pinto dal giorno dopo Italia-Belgio di Euro 2020. Con l’operazione al tendine d’Achille di Spinazzola, la Roma aveva un problema. Pubblicamente ammesso da José Mourinho pochi giorni dopo: “Abbiamo fiducia in Calafiori, però scusi direttore ma abbiamo bisogno di un terzino sinistro”. E se arriva dallo Special One, come unica richiesta pubblica davanti alle telecamere, il problema diventa urgenza.
Il diktat è chiaro. Anche in prestito, come soluzione tampone in attesa del pieno recupero di Spinazzola, il primo acquisto deve essere un terzino sinistro. Inizia così il lavoro di scouting (interno) e di telefonate (esterne) tra consigli, suggerimenti e proposte. Tutti hanno un giocatore per la Roma. Ma Tiago Pinto le idee ce le ha ben chiare: Ramy Bensebaini del Borussia Mönchengladbach. La richiesta iniziale del club tedesco spegne sul nascere ogni possibile trattativa: 30 milioni cash. Prendere o lasciare. La Roma folda senza neanche guardare le carte e vira su altri obiettivi. Da Alex Telles a Ben Davies, entrambi ex di Mourinho, passando per Grimaldo, pallino di Pinto, i nomi sul taccuino del GM giallorosso sono tanti, la maggior parte in prestito per non andare ad intaccare il gruzzolo destinato a rinforzare il centrocampo. Ma alla fine la penna si ferma su Matias Vina, terzino sinistro del Palmeiras, già trattato dal Milan ai tempi del Nacional Montevideo e probabilmente suggerimento del rinnovato reparto scouting.
La trattativa è diretta tra il club paulista e la Roma, con l’intermediazione di un agente argentino vicino a Tiago Pinto e l’entourage del calciatore. L’accordo con il calciatore è immediato: l’Europa, Mourinho e la Roma sono argomenti convincenti a prescindere dal quinquennale da 1,5 milioni di euro. Mentre quello con il Palmeiras diventa lo scoglio più grande da superare. Sulle cifre c’è un accordo di massima (confermato dal comunicato, 13 milioni di euro), ma le modalità di pagamento rallentano il tutto e allontanano i due club. C’è da mettere d’accordo anche il Nacional di Montevideo che dovrà ricevere il 42,5% derivante dalla vendita del calciatore.
Una triangolazione di percentuali, attori e milioni da spartire che allunga la trattativa. I viaggi all’aeroporto di San Paolo e il successivo ritorno a casa diventano l’abitudine giornaliera di Vina. Sì, no, forse. Per tre giorni è un tira e molla che snerva quasi tutti gli attori in causa. Nella notte tra sabato 25 luglio e domenica 26 luglio arriva l’ok definitivo. Il Palmeiras autorizza il calciatore a partire per l’Italia, specificando però che la trattativa non è ancora conclusa. Lo stesso viaggio è un’avventura: San Paolo-Madrid-Parigi-Roma. 24 ore di volo e un arrivo notturno nella capitale che è quasi una liberazione.
Una liberazione a metà visto che da quel lunedì sera passano altri 14 giorni. Due settimane romane iniziate con le visite mediche di rito e continuate con la quarantena. Dieci giorni vissuti nella bolla albergo-Trigoria in attesa della definizione della trattativa. Oggi finalmente tutti i tasselli si sono messi a posto, dopo giorni di lungaggini burocratiche e legali tra i tanti attori in causa. I club, il calciatore e terze parti attive all’interno della trattativa. Con la foto di rito insieme alla maglia numero 5 (l’amata 17 è sulle spalle di Veretout) che chiude davvero l’operazione.
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