Un colpo di scena impronosticabile. All’improvviso, l’Atalanta, non è più di proprietà della famiglia Percassi. O meglio, non del tutto. Sì, perché il 55% del club passa nelle mani di un gruppo di investitori, capitanati da Stephen Pagliuca, tra l’altro co-owner dei Boston Celtics. Un cambiamento radicale, per la “Dea” e non solo.
Il passaggio di proprietà, però, non è affatto un segnale negativo. Anzi, tutt’altro. L’Atalanta, in questo modo, continuerà a crescere. Soprattutto a livello internazionale. La “Dea” si conferma, ancora una volta, la realtà che tutti conosciamo.
Ma quello della “Dea” è un percorso che parte da lontano. Un viaggio che ha avuto bisogno di tempo per raggiungere risultati del genere. La favola dell’Atalanta ha un inizio ben preciso: il 14 giugno 2016, quando sulla panchina nerazzurra arriva Gian Piero Gasperini. Da quel momento, la “Dea” si trasforma. La stagione 2016/2017 è la dimostrazione di quanto Gasperini abbia radicalmente cambiato l’Atalanta. Dall’undicesima posizione del campionato precedente, al quarto posto. Dopo 26 anni dall’ultima volta, i nerazzurri tornano in Europa.
Tra gli uomini decisivi per l’impresa atalantina, spicca il “Papu” Gomez. Arrivato a Bergamo nel 2014, per il suo exploit in nerazzurro bisognerà aspettare proprio il 2016. Con Gasp in panchina, l’argentino mette a segno 16 gol in una singola stagione. Il finale della storia d’amore tra il “Papu” e l’Atalanta lo ricordiamo tutti. Ma nulla potrà mai cancellare il passato.
Dopo due qualificazioni consecutive in Europa League, l’Atalanta raggiunge un obiettivo storico. Un’impresa, che nessuno avrebbe pronosticato negli anni passati. La stagione 2018/2019 è quella della consacrazione definitiva. La “Dea”, ormai, non è più una sorpresa. Per la prima volta nella storia, il club bergamasco ottiene la qualificazione in Champions League. E a Bergamo esplode la festa.
In Champions League, contro ogni pronostico, l’Atalanta arriva ai quarti di finale, arrendendosi soltanto all’ultimo minuto contro il Psg. La delusione e l’amarezza prevalgono. Ed è proprio in questi momenti che ci si rende conto della strada percorsa. Passare dall’obiettivo salvezza a giocarsi un posto tra le migliori quattro d’Europa.
Oggi l’Atalanta è ormai una certezza del nostro campionato. Ma la favola della “Dea” è frutto di un lavoro portato avanti negli anni. E per apprezzare il presente, bisogna guardare da dove si è partiti. Adesso, con il cambio di proprietà, l’Atalanta è pronta per l’ennesimo passo in avanti. Bergamo può continuare a sognare. La “Dea” non ha alcuna intenzione di fermarsi.
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