Prendete un mappamondo. Il Gabon come punto di partenza. Poi scorrete con il dito e arrivate in Italia. Francia. Inghilterra. Spagna. Ora cercate Barcellona e fermatevi. No, non è il giro del mondo in 80 giorni. È la storia di Pierre Emerick Aubameyang. Il ragazzo lasciato andare via troppo presto da Milano. Un erasmus da cui poi non è più tornato. È esploso in giro per l’Europa. Un sorriso alla conquista del Continente. Il presente parla spagnolo. La lingua che mancava.
Tutto parte da Pierre François Aubameyang. Ex giocatore e osservatore del Milan. I tre figli arrivano al Milan. Castilla, Willy e, infine, il più talentuoso Pierre Emerick. L’unico a fare strada è il più piccolo. La Primavera e poi i prestiti. Digione, Lille, Monaco. E poi Saint-Etienne. Prestito con diritto di riscatto. Troppa la fretta. Il giovane attaccante si trasferisce in Francia. Definitivamente. Ed esplode. Diventa ben presto uno dei prospetti più importanti dell’intero panorama calcistico europeo.
Giovane. Forte. Di prospettiva. Un profilo perfetto per una squadra. Una società. Una filosofia. I colori il giallo e il nero. Il nome, Borussia Dortmund. Con Klopp Aubameyang cresce. Si conferma. Gol e prestazioni. Prestazioni e gol. Da prospetto a certezza. E le certezze in Premier attirano sempre. La chiamata arriva da Londra. Sponda Gunners. 64 i milioni messi sul piatto. Cifre da record per l’Arsenal. In Inghilterra ancora molte reti. Ma la squadra non riesce a fare il salto di qualità. Negli scorsi mesi la storia si incrina. Si rompe. Il capitolo si chiude. Il giocatore fuori squadra. Poi la chiamata dalla Catalogna. È il Barcellona a chiederlo. Si libera dal contratto con gli inglesi e parte per la Spagna. Nuova nazione. Nuova sfida. Nuova avventura. Il giro d’Europa di Pierre Emerick Aubameyang.
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