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Buksa (x2): Lezioni d’italiano, casa dell’ex Papa e Lewandowski

Buksa, per due. No, non è la prenotazione a cena per un tavolo, ma una coppia di fratelli che ha fatto parecchio rumore negli ultimi giorni. Adam, il più grande, ha segnato una tripletta con la nazionale polacca contro San Marino; Aleksander, il minore, ha esordito in Serie A con la maglia del Genoa contro il Napoli. 

 

 

Lontani (Adam gioca in MLS con i New England Revolution, 23 partite e 10 gol in questa stagione), ma accomunati dalla famiglia e dal calcio. Negli scorsi giorni, alcuni media tra San Marino e Italia li hanno addirittura confusi, ma a segno nel 7-1 di Serravalle è andato Adam.

Aleksander è invece un classe 2003, ma già determinato e lucido su quello che vuole. Un desiderio sicuramente è quello di raggiungere un giorno il fratello nella nazionale maggiore.

Legame forte con l’Italia, anche se Bayern e Barcellona…

Intanto però il presente è il Genoa, scelto con convinzione insieme all’agente Gianluca Di Carlo. I rossoblù l’hanno voluto fortemente e preso a parametro zero dopo l’esperienza al Wisla Cracovia, anticipando la concorrenza di tanti club. Addirittura Barcellona e Bayern Monaco gli avevano offerto un ruolo come leader della loro primavera, oltre a Borussia Dortmund e Benfica che si erano interessate. Qui però torna il discorso della maturità. La voglia di incidere con i grandi, dopo tre stagioni già vissute nella prima squadra del Wisla, è prevalsa.  


Forse anche la voglia di Italia, dato che sia Adam che Aleksander hanno studiato la nostra lingua fin da piccoli, oltre all’inglese. C’è sempre stato un legame forte fra la famiglia Buksa e l’Italia: dalla lingua alla prima parentesi del fratello maggiore Adam nelle giovanili del Novara, dai contatti intensi per portare Aleksander alla Roma a 16 anni, fino alla scelta di sposare il progetto del Genoa quest’estate.

Una videochiamata e quel paragone…ora Genova e la casa del Papa

Preziosi lo ha voluto davvero con forza. Gli ha addirittura parlato tramite videochiamata per convincerlo della serietà del progetto, riuscendo nell’intento. Ora, mentre il ragazzo migliora il suo italiano con un professore, Ballardini lo forgia e se lo coccola. “Ha 18 anni, può diventare interessante. Non facciamogli del male con eccessive responsabilità” ha detto con tono protettivo l’allenatore dopo la sconfitta contro il Napoli. 

L’ex Ct della Polonia Adam Nawałka invece aveva fatto paragoni importanti, sicuramente motivati: “Alla sua età, Lewandowski non era ancora così forte”. Senza esagerare però, Genova può essere l’ambiente davvero adatto per crescere e impressionare anche in Serie A.  


Aleksander intanto ha trovato casa nell’abitazione dove nel 1854 nacque Papa Benedetto XV e da ragazzo religioso non gli dispiace affatto. I compagni e l’allenatore hanno capito subito il suo carattere educato e rispettoso, accogliendolo rapidamente nel gruppo.

Lui ha chiesto solo una cosa dal suo arrivo, il numero di maglia. Permesso accordato: Buksa ha potuto vestire ancora il 44, numero che gli ha portato sempre fortuna fin da quando era piccolo e che aveva scelto anche in Polonia.

Fiducia della società, portafortuna, paragoni importanti e “maestro zen” ci sono tutti. Ora tocca al campo, cercando di trovare continuità al rientro dalla sosta e un ruolo da protagonista.

 

Redazione

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