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L’occasione al momento giusto: Inter, retroscena su Hakimi

Non fai in tempo a chiudere una trattativa, che già pensi a quella dopo. Se vuoi vincere, d’altra parte, non puoi che fare così: mettere carne al fuoco è la cosa fondamentale. Il caso di Hakimi, poi, è ancora più clamoroso. Sapete quando Ausilio ha cominciato a parlarne per l’Inter? Intorno al 20 agosto 2017, quando di lì a pochi giorni sarebbe arrivato in nerazzurro Joao Cancelo.

 


Prendi un terzino, ma pensi già a quello dopo. Incredibile, eh? Se guardiamo a posteriori, non solo è incredibile, ma perfetto: finora, Hakimi ha giocato in Serie A 33 partite, segnando 7 gol. L’ultimo, con il Crotone, ha di fatto regalato lo scudetto ai nerazzurri di Conte. Boom.

L’Inter, Hakimi e l’opera d’arte

Se l’Inter è “Un’opera d’arte”, beh, Hakimi è un grande personaggio. Non c’è altro da dire. E il suo arrivo in Italia è frutto di un lavoro costante e della capacità di saper cogliere l’occasione giusta al momento giusto. Identifichiamolo meglio. Si parla di Fair Play Finanziario.

 


 

Il Real Madrid, che ha sempre speso tanto, doveva rientrare nei parametri. E il modo migliore per farlo, sarebbe stato cedere i giocatori più giovani in giro per l’Europa, con l’obiettivo di fare cassa. Che poi quei giovani fossero già importanti altrove (come Hakimi nel Borussia), quello è un altro discorso: era stato lo stesso terzino a guardarsi altrove, perché aveva capito che al Real non avrebbe avuto tanto spazio.

 


 

Così, le parti si sono attivate. L’agente del giocatore Camano intratteneva contatti continui con Perez per favorire la cessione, mentre l’intermediario italiano, Davide Lippi, cominciava a chiamare Ausilio. “Guarda che se lo vuoi, devi prenderlo ora”. Chiamata fondamentale. La dirigenza nerazzurra ci aveva pensato, si era confrontata, e aveva deciso di affondare il colpo: 40 milioni di euro più 5 di bonus. Trattativa facile? Con tutti quei soldi, qualche paura c’è stata, anche perché la concorrenza era tantissima e bisognava giocare d’anticipo.

 


 

Ma come si convince un giocatore così? Come è successo altre volte. Ding: messaggio Whatsapp. “Dai, vieni da noi: ti faccio crescere e mi aiuti a vincere”. Firmato, Antonio Conte. L’allenatore, come per altri casi, si era esposto in prima persona perché lo voleva. Un altro mattoncino decisivo, come tutti gli altri. E allora sì, era davvero fatta.

 


 

La fumata bianca era arrivata a inizio luglio 2020, in previsione della stagione successiva. Ah, a proposito di opere d’arte, sapete una cosa? I pittori hanno sempre cercato di mettere in basso a destra l’elemento più importante di un quadro. Più ancora che al centro. Si erano resi conto che l’occhio, bene o male, cade sempre lì. Dove gioca Hakimi?

Valentino Della Casa

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