L’aveva voluto fortemente, ma non l’aveva conquistato. Ora, Sandro Tonali si è preso il Milan fin dall’inizio della sua seconda stagione. Già due le reti in campionato e ora l’irremovibile del centrocampo di Stefano Pioli è lui. Gli altri, Franck Kessie e Ismael Bennacer, girano.
Le superstizioni nel calcio contano. Eccome se contano. Aggiungiamo il tutto a dei presidenti vulcanici come Cellino (o Ferrero: il suo episodio) e la cosa diventa ancora più divertente da raccontare.
Perché hanno sorriso tutti. Ha sorriso il Milan, sapendo che finalmente ha raggiunto l’accordo per Tonali. Ha sorriso il giocatore, che voleva restare in rossonero. Ha sorriso anche il Brescia, che incassa una cifra sicuramente molto importante, e ha dato a Inzaghi i rinforzi giusti per tentare la promozione.
Già, ma che cifra? Il Milan cercava lo sconto rispetto ai 25 milioni pattuiti l’anno scorso (a cui si aggiungono i 10 per l’apertura del prestito). Erano 10 milioni per raggiungimento della Champions e altri 15 per il riscatto. Alla fine, il Milan ne ha pagati 17 in totale, più 3 di bonus.
Anzi, 16.999. Proprio così: non saranno 7 i milioni aggiuntivi, ma 6.999, per evitare di raggiungere il numero 17. Che porta sfortuna.
Altro dettaglio: la firma per chiudere Tonali al Milan è slittata di un giorno. Perché? Perché era martedì, un giorno che a Cellino proprio non piace. Tutto spostato di altre 24 ore, per scaramanzia. “Va bene?” “Va bene“. Anche questo è il mercato.
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