Non è la prima volta che un giocatore passi dal Milan all’Inter (l’arrivo). Non sarà nemmeno l’ultima (vi ricordate Guglielminpietro?). Ma che la firma di Calhanoglu per i nerazzurri sia stata un po’ a sorpresa è legittimo pensarlo. E dirlo. Perché ad inizio mercato, nei piani di Marotta e Ausilio, il nome del turco non compariva. E nemmeno in quelli di Inzaghi. Poi è successo quello che tutti sappiamo a Eriksen, e allora gli scenari sono cambiati del tutto.
Il mercato, si dice spesso, è fatto anche di occasioni lampo: quelle che bisogna cogliere al volo. E se si è decisi, non ci vuole poi molto per arrivare a una conclusione. Già dal giorno dopo i problemi del danese l’Inter si era mossa, e non lo avevano fatto solo i dirigenti, ma anche l’allenatore.
“Hakan, ti faccio giocare come Luis Alberto. E poi mi serve chi mi batte le punizioni. Vieni da noi”, il succo delle chiamate. Chiamate al plurale, sì, perché sono state tantissime per convincerlo. I dubbi li possiamo intuire bene: un passaggio “da derby” non è mai facile da gestire, ma la voglia di misurarsi con una realtà nuova ha prevalso.
E sì che Calhanoglu delle offerte le aveva anche ricevute nei mesi scorsi. La Juventus a marzo, con Paratici, lo aveva praticamente bloccato. Poi erano arrivate dalla Liga le proposte di Barcellona e Atletico Madrid, che non avevano mai affondato. Sullo sfondo anche il Qatar, che magari potrà raggiungere terminata l’esperienza in Italia. Alla base, è ovvio, c’era il Milan: proposta di contratto da 4 milioni di euro a stagione che però non ha mai convinto. Tanto che i contatti si erano a poco a poco diradati, fino a qualche sporadica telefonata nelle ultime settimane, provando ad attendere un rilancio che non sarebbe arrivato.
Anzi, un po’ di dispiacere il giocatore l’ha avuto, quando ha visto che c’era anche il Milan nella corsa a De Paul (l’incastro proprio con Hakan). Per l’argentino, in realtà, i rossoneri non avrebbero voluto (e potuto) fare grandi sacrifici economici: l’idea era di imbastire una trattativa che portasse a un pagamento ma anche all’inserimento di una o più contropartite (Hauge, Pobega o Krunic) per sfoltire la rosa e diminuire il monte stipendi.
In ogni modo, Calhanoglu si era allontanato dal Milan e il Milan da Calhanoglu, intenzionato a portare avanti la stessa condotta tenuta con Donnarumma: “Nessun rialzo. Se vuoi restare alle nostre condizioni, saremo felici. Se no, grazie per tutto quello che hai dato e arrivederci”.
In sette giorni, i contatti con l’Inter hanno portato al cambio maglia (le visite mediche): 3 anni a 5 milioni più uno di bonus. Clamoroso in parte. Inaspettato molto. Ma è anche questo il mercato.
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