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Diaby, che storia: cinque anni fa “panchinaro” al Crotone, oggi nel giro della Nazionale francese

Passare in tre anni da riserva nel Crotone a convocato (ormai) fisso con la Nazionale francese. Uno scenario che sembra irrealizzabile. Esatto, sembra. Perché c’è chi ce l’ha fatta: Moussa Diaby, ala d’attacco classe ’99, sta vivendo una stagione di altissimo livello con il Bayer Leverkusen, e Deschamps lo sta premiando.


Otto presenze con i Blues, a soli 22 anni. L’ultima nel vittorioso 8-0 contro il Kazakistan. Un ampio risultato a cui Diaby ha contribuito con un assist (e un gol annullato). Lui, che con il Leverkusen in stagione ha già messo a segno 6 gol e 4 assist. E il suo valore di mercato, oggi stimato sui 60 milioni, è in costante crescita.

Diaby-Crotone: il retroscena

Ma facciamo un passo indietro. E’ l’ultimo giorno del calciomercato invernale 2018 e Diaby, al tempo giocatore della seconda squadra del Paris Saint Germain, si ritrova squalificato per cinque giornate dal campionato. Come ogni giovane, ha bisogno di giocare con costanza: allora i suoi agenti italiani (Oscar Damiani e l’avvocato Crescenzo Cecere) lo propongono al Crotone, alla ricerca di un jolly in più per puntellare la squadra.


Il direttore generale dei rossoblù, Raffaele Vrenna, guarda qualche video e si convince subito: “Lo prendiamo”. Ma – ricordiamo – manca poco tempo: comincia quindi una corsa contro il tempo (grande classico del mercato) per compilare tutta la documentazione e farlo arrivare in Italia il giorno dopo.

Detto, fatto. Grazie ad un impeccabile lavoro il contratto viene depositato e il giocatore, il giorno seguente, svolge le visite mediche a Milano, per poi scendere in Calabria. La formula? Un prestito secco semestrale, con rinnovo per l’anno successivo (2018-19) in caso di salvezza del Crotone. Un’intuizione geniale, considerando che – proprio in quella stagione – Diaby esploderà totalizzando 34 presenze e 4 gol, con la maglia del Paris Saint Germain. E non del Crotone, perché i rossoblù retrocederanno in B.


Un rimpianto non aver trattenuto, anche solo per un’altra stagione, un giocatore di questo calibro. Che però con gli Squali ha giocato solo due partite in sei mesi. Perché? Non parlava la lingua e Zenga, al tempo allenatore del Crotone, gli preferiva giocatori di maggiore esperienza. Una bella prova contro la Juve e poco altro. Solamente uno sprazzo del suo talento, oggi sotto gli occhi di tutti. Passato dalla nostra Italia e presto (probabilmente) in un top club europeo.

Luca Bendoni

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