Quattro giocatori nati dopo il 2000 e uno subentrato. Così era cominciata la cura Xavi a Barcellona: giovani e cantera e ancora giovani e cantera. Seppur soffrendo, nella prima del ritorno al Camp Nou sotto un’altra veste, il neo allenatore ha vinto subito nel derby con l’Espanyol e da lì è partita la “remuntada” in Liga. Ora il passaggio del turno in Copa del Rey contro il Real Madrid. Xavi è ripartito dalle origini: la Cantera.
Non c’era Pedri infortunato – che nel frattempo ha stravinto il Golden Boy 2021 – ma c’era Gavi titolare. Altri talenti canterani sono Ilias Akhomach (all’anagrafe: 16 giugno 2004) e Nico (3 marzo 2002). Un’inversione di tendenza puntando al futuro che è un ritorno al passato in realtà: la centralità del settore giovanile.
Quello stesso settore giovanile che ha sfornato mostri sacri come lo stesso Xavi, Iniesta, Busquets, Piqué e, naturalmente Messi. Quella prerogativa che il Barcellona ha perso negli ultimi anni comprando e indebidandosi, finendo per perdere tutte le sue stelle.
I giovani, dunque, ma l’esperienza a fare da chioccia per farli crescere. Per questo era tornato Dani Alves a 38 anni (che ha salutato in estate) e Sergio Busquets è ancora centrale, più che mai nella squadra di Xavi. Nessun grande nome e tanta concretezza. La ricetta dell’ex regista è già in pentola, ora basta accendere il fuoco. Per tornare ad accendere il Camp Nou.
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