Tra i due litiganti, il terzo gode? Se Atalanta e Siviglia fossero in cattivi rapporti, il detto sarebbe perfetto. Di certo, il terzo c’è. E sta sorridendo parecchio. Il Papu va in Liga, ad attenderlo è Monchi (con un retroscena particolare). 5,5 milioni più 3 di bonus, una cifra che l’Atalanta non potrà però incassare interamente. Potere di una clausola e di un accordo che permetteranno al Catania di guadagnare 750mila di euro.
Tutto nasce dall’estate 2014, quella che riporta in Italia l’attaccante argentino per un anno in Ucraina, al Metalist. Stagione maledetta: 23 partite e 3 gol potrebbero anche sembrare un discreto bottino, non fosse per le condizioni politiche disastrose in cui versa l’intera Nazione. Gomez non si sente tranquillo, preferisce tornare in Serie A e ad attenderlo ci sono i Percassi. È qui che entra in gioco il Catania, che il Papu ha salutato l’anno prima: con gli ucraini, l’accordo è di circa 6 milioni di euro. Dopo un anno, ne sono stati pagati solo tre.
Così, al momento del ritorno in Italia, i siciliani chiedono una sorta di indennizzo. I Percassi, non nuovi a gesti di mercato di questo tipo, decidono di riconoscerlo: 30% sulla futura rivendita, basandosi su una cifra a cui andrà tolta una franchigia di 3 milioni di euro. Con il passaggio al Siviglia, i conti sono presto fatti: basta calcolare la percentuale su 2,5 milioni di euro (rispetto ai 5,5 di base). Ecco i 750mila euro che fanno felice Tacopina.
Un bell’intreccio di mercato, a cui il Papu non è nemmeno così nuovo. Chiedere a Pietro Lo Monaco per conferma. Nel 2010, fu lui a portarlo a Catania. Una delle tante intuizioni di quegli anni: poco budget, fior di plusvalenze. La prassi del dirigente era consolidata. Due viaggi intercontinentali all’anno: uno per guardare il maggior numero di partite possibili (a volte anche tre o quattro al giorno) e per schedare i giocatori; l’altro per chiudere chi lo convinceva di più. Ci sono stati giocatori pescati dalla Serie B (vi ricordate Izco?), altri che giocavano a singhiozzo e che non sembravano possedere quello slancio da Europa (Silvestre o Alvarez, per dirne due). E arriviamo a Gomez.
Fu una trattativa laboriosa, perché, come spesso capita, in Sud America non sono solo le squadre a possedere tutti i diritti del cartellino del giocatore. Nello specifico, oltre al San Lorenzo bisognava dialogare con altre tre società.
Ci vollero settimane prima di districare tutta la matassa; telefono bollente, furono chiamati intermediari e avvocati. Esitazioni nessuna. Pazienza moltissima. Lo Monaco, convinto dell’affare, ne uscì anche bene: in tutto, pagò 1,2 milioni di euro per regalare alla Serie A quello che sarebbe diventato un talento puro. A Catania (e a Bergamo) il Papu ha regalato gioie. Potere del calciomercato: dopo undici anni, si è ripetuto.
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