24 marzo 2021. Abdisalam Abdulkadir Ibrahim, centrocampista somalo con passaporto norvegese di 29 anni, firma il suo contratto con il Bisceglie, girone C di serie C. 25 marzo 2021, a Parma, stadio Tardini, la Nazionale italiana allenata da Roberto Mancini (con De Rossi nello staff) supera per 2-0 l’Irlanda del Nord nella prima gara di qualificazioni ai Mondiali del Qatar 2022. Per capire cosa leghi Ibrahim e Mancini occorre spostarsi di qualche migliaio di chilometri e riavvolgere il nastro al 2010.
21 febbraio, stadio Etihad di Manchester: il City pareggia per 0-0 contro il Liverpool. In campo a disposizione di Roberto Mancini ci sono nomi del calibro di Kompany, Zabaleta, De Jong, Adebayor. Al 76′ l’attuale ct della Nazionale chiama in causa il 19enne Ibrahim, tra i pilastri della squadra che ha vinto la Youth Cup e già fatto esordire il 24 gennaio in Fa Cup nel 4-2 sul campo dello Scunthorpe United. Fuori Ireland, dentro il giovane centrocampista. Per 18 minuti, recupero incluso, che resteranno però unici.
Da quel giorno, infatti, per Abdisalam Abdulkadir non ci sarà più spazio per i Citizens.
“Quando abbiamo firmato a Bisceglie ci abbiamo pensato a questa particolarità. Dall’azzurro dell’Italia al nerazzurro del Bisceglie. Lui ricorda l’esperienza al City come un sogno, si rese conto di non avere le qualità per poter restare lì e cambiò strada” racconta Raffaele Agovino, intermediario che l’ha portato a Bisceglie. “Di Mancini ha un grande ricordo umano e tecnico, a lui piace far giocare i giovani e lo sta confermando anche in Nazionale“. Alla fine di quella stagione 2009-2010 Ibrahim ha debuttato nella sua, di nazionale: esordio con la Norvegia Under 21 a maggio 2010, trafila che l’ha portato anche a giocare l’Europeo di categoria tre anni dopo in Israele. Lo spazio nel City diventa nullo, così avvia una trafila in prestito: prima lo Scunthorpe United in Championship, poi l’Eredivisie con il Nec Breda, infine il ritorno in Norvegia allo Strømsgodset. “Sempre in prestito, ma sempre con la voglia di mettersi in gioco: ha una grande qualità – racconta Agovino – si adegua subito“. In patria Ibrahim (“L’abbreviazione sarebbe Ibra ma evitiamo paragoni scomodi“) si ritrova: vince il campionato nel 2013 e conquista anche la chiamata in Nazionale maggiore, con l’esordio contro la Moldavia. “Quella maglia la conserva ancora – spiega Agovino – nei vari traslochi è la prima a spostarsi con lui“.
In Grecia però Ibrahim ha vissuto il suo momento più luminoso: a gennaio 2014 firma con l’Olympiakos, passando però in prestito all’Ergotelīs. Torna sul Pireo, esordisce prendendo il posto dell’ex Palermo Pajtim Kasami e partecipa alla vittoria del double 2014/2015. “In Grecia si è adattato subito, fa parte del loro carattere e del loro temperamento, doti fondamentali per non avere problemi di ambientamento“. A fine contratto con l’Olympiakos aveva anche sfiorato l’Italia: estate 2015, ritiro di Roccaporena, chiama il Bari. “A Bari l’hanno testato poi anche per ragioni di passaporto non se ne è fatto più nulla – è il racconto di Agovino – sei anni dopo ha fatto questa esperienza in Italia. Bisceglie è una piazza dove si può consolidare. Voleva fortemente l’esperienza in Italia“.
Merito anche dei racconti di Haitam Aleesami, connazionale, ex Palermo e oggi all’Amiens. “Sono amici e gli ha parlato benissimo della nostra nazione, c’era stata la possibilità di andare in Arabia Saudita ma voleva cimentarsi in questo calcio. Sono fiducioso perché ha carattere, appena è arrivato si è adattato. Si è innamorato dell’Italia e qui vuole restare“. Da Mancini ad Aldo Papagni, allenatore del Bisceglie. Dall’Italia di Manchester a quella di Bisceglie. Undici anni dopo, il viaggio di Abdisalam Abdulkadir Ibrahim riparte così.
A cura di Luca Guerra
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