Strade che, da convergenti, diventano parallele: qualche anno fa, nel Torino, Sinisa Mihajlovic e Ciro Immobile per poco non si sono abbracciati. L’attaccante della Nazionale, poteva diventare un simbolo granata come il suo compagno di reparto Belotti e incontrarsi di nuovo dopo aver formato la coppia d’attacco granata nella seconda parte della stagione 2015/2016.
Lui e Sinisa sono gemelli a distanza: il 20 febbraio è il compleanno di entrambi. Avrebbero potuto spegnere le candeline insieme. Chissà come sarebbe andata insieme.
Quattro anni e mezzo fa, i due non sono stati vicini. Di più. A maggio 2016, il nome di Mihajlovic era già in cima alla lista di Cairo e Petrachi per sostituire Ventura al Torino: si stava chiudendo un ciclo lunghissimo, che proprio con Immobile aveva visto un grande protagonista. E in quel gennaio, Ciro era tornato in granata a distanza di un anno e mezzo (vi ricordate la coppia con Cerci?): un prestito dal Siviglia con diritto di riscatto fissato a 11 milioni.
In 14 partite, Immobile segna 5 gol: abbastanza per meritarsi la conferma, ma non a quella cifra. Il Torino inizia a trattare, perché l’input di Mihajlovic è chiaro: lui e Belotti insieme, con Ljajic (che poi sarebbe comunque arrivato) alle loro spalle. Monchi all’inizio apre, poi qualcosa si rompe: l’attaccante, grato comunque al Torino per la doppia esperienza, vorrebbe una nuova avventura per provare ad alzare ancora di più il livello. E la Lazio è lì, pronta a tentarlo.
Scatta il pressing di Inzaghi, Immobile resta folgorato: si chiude, con il dispiacere di Petrachi e pure di Monchi, che per alcune incomprensioni tattiche con Emery non è riuscito a fare in modo che Ciro si ambientasse bene in Spagna. La storia in biancoceleste di Immobile la conosciamo tutti, quella di Mihajlovic al Torino anche. Una anno e mezzo intensi, con l’esonero come epilogo di una squadra che non riesce mai del tutto a decollare (al suo posto, Mazzarri: il retroscena).
Resta il piccolo rammarico di Sinisa per non essere riuscito ad allenare uno dei bomber della Nazionale. L’altro, Belotti, proprio a Torino con lui è cresciuto molto. Chissà come sarebbe andata insieme, già.
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