Numeri, cavilli, dettagli. Per qualche presidente il calciomercato è davvero come una partita a poker: bisogna saper contare bene (oltre che a bluffare) per saper chiudere al momento giusto. Vale per qualsiasi trattativa: dai giocatori agli allenatori. Chiedere a Urbano Cairo e a Davide Nicola per conferma.
Quando il presidente decide di esonerare Giampaolo per chiamare quello che è stato un suo ex giocatore (e qui il retroscena del suo arrivo), la prima cosa di cui discutere è: "Di quanto estendiamo il contratto?". Sei mesi sono pochi, di più possono essere pure troppi, se non si raggiunge l'obiettivo minimo che è la salvezza. E così, mentre l'allenatore è già al Filadelfia per seguire i giocatori (dagli spalti), si chiudono gli ultimissimi dettagli del nuovo contratto, che è davvero innovativo. Non c'è più infatti la classica clausola del rinnovo in caso di salvezza, ma se ne aggiunge un'altra: la media punti.
Un fatto più unico che raro: Nicola dovrà ottenerne una, da qui fino al termine della stagione, di 1.5, per arrivare a 43: un ruolino da Europa League. Questo denota due fattori: la voglia di mettersi in gioco di Nicola e la considerazione che la rosa può avere le qualità per fare quello che sarebbe un piccolo miracolo sportivo.
A Crotone e Genova...
Obiettivo impossibile? Nicola ci crede, anche se è dura. E i due precedenti con lo stesso numero di partite da disputare (20) sono clamorosamente identici. A Crotone, stagione 2016/2017, tra tutto il girone di ritorno più l'ultima partita di andata, collezionò 25 punti. La stessa cosa lo scorso anno, identica: subentrato a Thiago Motta (di gare a fine girone ne mancavano 2), ha ottenuto di nuovo 25 punti tenendo solo il conteggio delle ultime 20 partite. Media di 1,25 nei due casi. Un po' lontana dall'obiettivo che gli ha chiesto Cairo.
L'episodio delle buste
Potrebbe essere una situazione sui generis, ma in realtà per il presidente granata i numeri significano tanto. Quasi tutto. Ama scriverli e se ne vanta: è appassionato di cifre, in particolare quelle da inserire nella famosa busta, ormai finita in prescrizione. Era lo strumento per decidere le comproprietà quando proprio un accordo non si trovava: le due società mettevano una cifra, quella più alta vinceva. Fine. E a proposito di cifra, Cairo ne amava una: «3.298.999». Composizione alquanto peculiare, no? Danno nell’occhio soprattutto gli ultimi tre «9» messi così, tutti in fila, quasi fosse un caso. Bene, non lo è.
È una somma di denaro ma sembra un codice e probabilmente lo è nella testa di Cairo, amante del concetto di «buste» come pochi altri. Nel giugno 2015, si assicura l’intero cartellino di Marco Benassi dall’Inter proprio per quella cifra record.
«È nostro! È nostro!» urla il pres in festa, abituato a nascondere anche ai suoi collaboratori più stretti la somma precisa da investire fino al gran finale. Quasi fosse un gioco, un poker servito sul tavolo del calciomercato. Questa volta l'azzardo è un altro: sta a Nicola cogliere l'opportunità.