Correva l’anno 2003. Da una parte Mourinho vinceva a Siviglia la Coppa Uefa con il suo Porto, dall’altra in Ghana nasceva Felix Afena-Gyan attaccante oggi fiore all’occhiello della primavera giallorossa. Diciotto anni dopo, le strade loro strade si sono incrociate. Josè infatti lo stima, lo ha detto lui stesso in un'intervista a gianlucadimarzio.com, da tempo e contro il Cagliari gli ha concesso l’esordio in Serie A e nella prima notte veramente magica della sua carriera ha steso Andrji Shevchenko alla prima da allenatore in Italia.
“Per sempre grato Sir. Ti renderò orgoglioso”. Questo il ringraziamento di Felix su Instagram. Scommessa vinta per ora da Mou.
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Afena-Gyan è arrivato a Roma negli ultimi giorni dell’ultima sessione invernale di mercato. Fu visionato prima tramite video poi in prova a Trigoria. Una grande intuizione, che Morgan De Sanctis e Simone lo Schiavo si erano impegnati a tenere lontana dai riflettori. Anche se Felix a farsi notare ci ha messo pochissimo: gol all’Atalanta e alla Juventus, non male per uno appena arrivato dal Ghana. Scatti, accelerazioni e un gran senso del gol. Mourinho lo ha sempre seguito fin dal suo arrivo a Roma e ora se lo coccola.
Con Mayoral non convocato e Shomurodov in panchina, contro il Cagliari Mou ha scelto di buttare lui nella mischia. A sopresa, ma ha avuto ragione. Felix è entrato e ha mostrato voglia, qualità e di saper reggere la pressione. Ha regalato alla Roma profondità e pericolosità, sfiorando anche il gol. Buona la prima.
È il primo classe 2003 ad esordire con la Roma. Qualcosa vorrà dire. Merito anche dei 6 gol in cinque partite dall’inizio del campionato. Dominante, tanto da meritarsi la chiamata in prima squadra. Da piccolo, in Ghana, ha allenato le gambe e la sua rapidità facendo atletica, se oggi è così devastante in progressione il merito è anche di quel lavoro.
“In allenamento io dò sempre il massimo, l’esordio è un’emozione inspiegabile”. Felix è un ragazzo solare, disponibile che si è subito saputo integrare in Italia. Parla francese, inglese e anche un po’ di italiano. Gioca e si diverte con un sogno nel cassetto: diventare un professionista e portare la sua famiglia in Italia con lui. A sua mamma ha dedicato l’esordio. Gli obiettivi sono chiari e la strada è quella giusta, Felix deve solo continuare a correre senza smettere di sognare.