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Paolo
Borella

Alaba, numero 4 e "liderazgo" per il nuovo Real
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È un onore poter indossare questo numero, mi motiva tanto. È un numero che rappresenta la forza e l’essere leader. Darò tutto per esserne all’altezza”. Così David Alaba alla presentazione da giocatore del Real Madrid. Il numero in questione è il 4, storica maglia indossata da Sergio Ramos nelle ultime 16 stagioni e prima da Fernando Hierro, due veri leader della storia dei Blancos. 

Prima di rivelare il vero motivo per cui ha scelto quel numero, Alaba aveva provato a stare sulla difensiva: “Non ce n’erano molti a disposizione…”, che in parte è vero, specie per il regolamento della Liga sui numeri di maglia: ovvero dal 2 al 24 per i giocatori di movimento (13 escluso, solo per i portieri) e dopo il 24 solo per gli Under 23 in ordine di disponibilità. Non ha potuto prendere il "suo" 27 del Bayern, tuttora libero, ma ha avuto la possibilità di scegliere il numero 16 per esempio, senza padrone e con ben altre responsabilità. 

Contratto da top e responsabilità, Alaba è pronto

Ma Alaba ha fatto una scelta chiara. “Essere qui per me è un sogno che si compie” ha detto, ma il tempo per le frasi di circostanza sta già finendo, l’austriaco sa bene cosa lo ha portato a Madrid. Oltre all’importanza del club e del quinquennale per diventare fra i più pagati nel ruolo: la possibilità di essere finalmente leader totale della difesa di uno dei club più importanti del mondo.   

Certo, non che a Monaco di Baviera fosse un giocatore di secondo piano. La sua duttilità e intelligenza in campo, apprezzata da tutti gli allenatori e il suo palmares parlano da soli. Ma il concretizzarsi dell’addio di Sergio Ramos, già vicino ai tempi della sua firma, e la cessione di Varane al Manchester United, hanno messo in luce il suo ruolo di assoluta leadership. O di liderazgo, come dicono in Spagna.

Nuovo Real, serve liderazgo

Alaba aveva già scelto il suo futuro quando Zidane era ancora in panchina, ma ha dichiarato di essere contento di aver ritrovato Ancelotti, che lo aveva già allenato al Bayern. Davanti a lui, la scorsa estate, ha trovato un Real Madrid restaurato, dalla panchina al numero 4 (e quindi al capitano), pur mantenendo i leader del centrocampo e Benzema come punti di riferimento assoluto. 

Le responsabilità non sono una novità per lui, capitano dell’Austria da tempo e colonna del Bayern, come dimostrato in questa stagione. Ieri la sua prima Champions League con i Blancos.

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