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Giovanni
Mazzola

Baiocco, dal calcio alle diete: "Sogno un’accademia di sviluppo del potenziale umano"
baiocco

"Noi calciatori siamo dei privilegiati e non ci rendiamo conto che all'esterno c'è un mondo dove possiamo diversificare le nostre competenze". Una nuova mentalità quella acquisita da Davide Baiocco dopo aver svestito i panni da giocatore. Perugino doc, classe 1975, ha vestito tra le altre le maglie di Perugia, Juventus e Catania. Non solo, perché nella sua carriera ha conosciuto anche le realtà fino all'Eccellenza con Biancavilla e Palazzolo. "Mi mancano Promozione, Prima, Seconda e Terza Categoria - scherza - Magari le farò da allenatore".

 

Già perché Baiocco, dopo il ritiro, ha iniziato un doppio percorso. Da una parte quella per diventare allenatore, tanto che in questi giorni sta svolgendo il corso Uefa A a Coverciano. Dall'altra parte ha iniziato a collaborare con un'azienda americana che promuove uno stile di vita sano attraverso la dieta chetogenica: "È un argomento poco conosciuto, lo stile chetogenico ha dei benefici importanti e non solo perché ne parlano Haaland e Djokovic - ci racconta Baiocco - In questo campo ho trovato la crescita personale che mi mancava da giocatore, ho capito quanto sia importante la nutrizione per farci stare meglio. C'è molta ignoranza e poca consapevolezza in materia. Nel calcio si è sempre sottovalutata la macchina corpo, dalla nutrizione al sonno".

Il film della carriera

"Con il passare degli anni ho acquisito questa mentalità" ci racconta Baiocco. Calmo e pacato, come non lo era in campo dove mostrava la sua grinta contro gli avversari: "Quando ho smesso ho rivisto il film della mia carriera. Alcune cose le ho avute più chiare in mente solo negli ultimi tre anni e mezzo quando ho cambiato la mia vita. Bisogna godersi al meglio i momenti che si vivono".
 
E di momenti indimenticabili Baiocco ne ha vissuti. A partire dall'esordio in Serie A, il 4 ottobre 1998, con la maglia della squadra della sua città, Perugia, contro l'Inter: "Un privilegio non da tutti". Il secondo passaggio importante arriva nel 2002, quando squilla il telefono di Baiocco e dall'altra parte c'è la Juventus. Trattativa che va in porto e il centrocampista si trasferisce a Torino per 5 miliardi di lire più il cartellino di O'Neill: "E pensare che mi cercavano anche Inter e Roma - spiega Baiocco - Non abbiamo chiuso con loro e la Juventus ha avuto la meglio con un investimento importante a gennaio. Ero emozionato, è stato il coronamento di un percorso lungo 17 anni".

 

In bianconero, però, le cose non vanno come Baiocco sperava. Appena sedici presenze sotto la guida di Marcello Lippi (quattro delle quali in Champions League), poi il passaggio al Piacenza: "Non è andata come speravo, ma quella esperienza mi ha lasciato tanto. C'è sempre un aspetto positivo in quello che vivi, alla Juventus ho capito cosa significa avere una mentalità vincente".

Sicilia, la seconda casa

Se nella carta d'identità il luogo di nascita di Baiocco è Catania, la città che lo ha adottato è Catania. Quattro anni in rossazzurro, tra il 2005 e il 2009, protagonista del ritorno in Serie A: "Catania è la mia seconda casa. Una piazza che mi ha amato, dove ho vissuto emozioni importanti ben oltre il calcio. Sono molto legato alla Sicilia, ma non solo a Catania".

Già perché nell'isola Baiocco ha vestito anche le maglie di Siracusa, Biancavilla, Palazzolo e Akragas: "Sono stato per dodici anni della mia vita in giro per la Sicilia, ho avuto il privilegio di conoscere realtà dalla Champions all'Eccellenza. Puoi prendere valori ovunque, dipende da come sei predisposto a recepire l'esperienza di vita che stai facendo. Tutte le esperienze ti rendono la persona che sei, non c'è limite al miglioramento. Si può migliorare anche a 90 anni".

 

Un miglioramento che passa anche dai sogno e per Baiocco ce n'è uno conservato nel cassetto: "Il mio sogno è di creare un’accademia di sviluppo del potenziale umano. Nel calcio non va insegnata solo tecnica e tattica, ma va sviluppato il ragazzo a 360 gradi passando per l’esperienza calcistica. Vanno sviluppate le qualità umane: il calciatore e l’uomo acquisisce così un valore importante".

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