Il calciomercato è fatto di storie, di cammini che si incrociano, di protagonisti che si toccano senza mai incontrarsi davvero e di altri che si uniscono e completano. È l’estate del 2017 quando avviene lo scambio tra Inter e Sampdoria. Milan Skriniar si trasferisce a Milano, Gianluca Caprari compie il viaggio opposto. Il difensore diventerà un pilastro della formazione nerazzurra. L’attaccante, invece, il nerazzurro l’ha solamente sfiorato. Ora Skriniar dirà addio all'Inter, avendo deciso di non rinnovare il contratto.
Roma come casa. Milano come passaggio. Verona come consacrazione
10 il numero sulla maglia. 12 il numero di gol segnati. Gianluca Caprari a Verona ha svoltato. Un talento alla ricerca della piena maturazione, fino a quest’anno. Con l’Hellas sembra essere finalmente arrivata la sua consacrazione. Guida, non solo tecnica, dei suoi compagni. L’esperienza acquisita negli anni combinata alla sua innata qualità. Gli inizi nella Roma, il Pescara e poi l’Inter, che lo acquista per 8 milioni. Una città, quella di Milano, vissuta solo di passaggio. In nerazzurro non ci giocherà mai. Il suo destino si incrocerà con quello di Milan Skrniar nello scambio che porterà il difensore all’Inter in cambio di 20 milioni e del cartellino di Caprari, valutato 15. Le stagioni che seguono il suo passaggio a Sampdoria sono segnate da sprazzi di talento alternati a momenti di pausa. Fino a Verona. Quella con l’Hellas è la stagione della maturità. In termini e di personalità e di prestazioni. Goleador e trascinatore. Un arrivo, quello a Verona, deciso l’ultimo giorno di mercato. 23 presenze e la salvezza come condizioni per il riscatto. Entrambe già raggiunte. Il futuro di Caprari si è dipinto di gialloblù.
Un Milan nerazzurro
Genova-Milano. Il protagonista del viaggio è un giovane difensore. Il suo nome Milan, ma la sponda sarà quella nerazzurra. Valutazione complessiva di circa 35 milioni. E il difensore, anno dopo anno, conferma la bontà della scelta fatta dall’Inter. Anni fatti di grandi prestazioni e solidità difensiva. Serietà nel lavoro e attaccamento alla maglia. Titolare inamovibile con Spalletti. Alcune difficoltà nel primo anno di Conte. Il riscatto nella stagione successiva, culminata nella vittoria dello Scudetto. Poi i trofei con SImone Inzaghi e la scelta di non rinnovare il contratto.