Chelsea, da Lukaku a Messi: colpi, flop e affari saltati dell’era Abramovich

26 febbraio 2022. Da poco sono passate le 19:30, e a Londra è già dinner time. Ma un fulmine a ciel (quasi) sereno piomba sulla parte Blues della capitale: Roman Abramovich lascia la gestione del Chelsea dopo 19 anni da presidente. “Could it be fake? No, it can’t”. Un comunicato ufficiale sul sito del club conferma l’inattesa ufficialità. Niente di finto. Tutto vero.
L’imprenditore (e oligarca) russo, per tenere la società lontana dalla questione Ucraina-Russia, fa un passo indietro e consegna le chiavi dell’amministrazione alla Chelsea Foundation. Uno step back molto importante, che scuote tutto il calcio inglese, ma soprattutto quei tifosi che, grazie a investimenti da capogiro, hanno esultato negli anni per un totale di 20 trofei conquistati. Venti. 5 Premier League, altrettante FA Cup, 3 Coppe di Lega, 2 Community Shield, 2 Champions League, 2 Europa League, una Supercoppa UEFA, e – per chiudere in bellezza – un Mondiale per Club, conquistato poche settimane fa.

Gli acquisti più costosi della storia del Chelsea
Grandissimi risultati, frutto di una dettagliata programmazione e di un capitale invidiabile da poter spendere nelle strutture e – soprattutto – sul mercato. Milioni e milioni che sono serviti a chiudere acquisti importanti e costosi: da Drogba (38,5M) a Jorginho (57M), passando per Chilwell (50M), fino all’uomo delle finali Kai Havertz (80M).
Ma non tutti i trasferimenti hanno reso come sperato. Si pensi ad esempio a Bakayoko (40M), Batshuayi (38M), Kepa (80M) e Werner (53M), flop ancora oggi in cerca di riscatto. Ma l’elenco è ancora lungo e, andando indietro negli anni, troviamo pure Shevchenko: arrivato per 43 milioni, l’attaccante ucraino non riuscì ad imporsi.

Lukaku, amore effimero. I retroscena della trattativa
Un altro centravanti che, giunto in Blues dalla Serie A, non ha conquistato i tifosi (per ora) è Romelu Lukaku. La cifra che il Chelsea ha pagato per averlo come punta di diamante è astronomica: 115 milioni di euro. Mica male. Ma d’altronde Big Rom, se messo al centro del gioco, ha dimostrato di essere uno dei migliori attaccanti d’Europa. I numeri e i traguardi raggiunti con l’Inter parlano per lui.
Con Londra, città ritrovata dopo che da ragazzo era stato mandato via senza mai segnare in prima squadra, il feeling non è scattato. E quello che in estate Lukaku definiva un dream, ora rischia di trasformarsi in un nightmare. Un incubo. Già, perché Romelu ha anche perso il posto da titolare. Chi l’avrebbe mai detto, lo scorso agosto, quando in Viale della Liberazione a Milano, sotto la sede dell’Inter, insorgevano spontanee proteste di quella parte di città che non voleva perdere il proprio re. Il trascinatore. Che già prometteva amore eterno, e invece è volato via in men che non si dica. Chiedendo però scusa e promettendo di tornare.

Un amore, quello di Lukaku verso i colori nerazzurri, che non si è fermato, seppur a distanza. Ma il sondaggio (poi divenuto offerta e infine ufficialità) del Chelsea per lui parte da ben più lontano. A metà luglio (20 giorni prima dei primi rumors), l’agente dell’attaccante – Federico Pastorello – incontra la dirigenza dell’Inter. I colloqui durano più di tre ore, non proprio il tempo consueto per una visita di mercato. Ma all’uscita dal quartier generale, il procuratore, seppur con una voce un filo indecisa, rassicura: “Lukaku? Si sta godendo meritate vacanze. E oggi abbiamo parlato di Keita”. Anche se in realtà, uno degli argomenti principali della chiacchierata è stato proprio Romelu.
Poi tutto è andato di conseguenza, la storia si sa. La prima proposta a inizio agosto: 100 milioni più contropartite. Il successivo no dell’Inter e la risposta decisiva di Marina Granovskaia (braccio destro di Abramovich): 115. E tutti contenti. O quasi. Perché, oggi, un velo di rimpianto aleggia sopra Londra.
Messi-Mou, un sogno che sarebbe potuto diventare realtà
Lukaku verrà sempre ricordato come il colpo più importante (almeno in termini economici e di risonanza mediatica) dell’era Abramovich, a meno di clamorosi colpi di scena. Ma questo primato sarebbe potuto spettare a… Leo Messi. No, non è uno scherzo. Tra gennaio e giugno 2014 i Blues ci hanno veramente provato per il fenomeno argentino, che sembrava deciso a lasciare la Spagna (anche) per colpa delle troppe pressioni del fisco. E la sua meta preferita sarebbe stata proprio Londra, per due motivi: il fascino della città e la stima per Mourinho, allora allenatore del Chelsea.

Messi quindi chiama Deco, ex compagno, con un passato (e ottimi rapporti) a Stamford Bridge. Il portoghese organizza quindi un incontro tra gli intermediari e Mou: tema, la fattibilità dell’operazione. L’allenatore portoghese stenta a crederci e, per provare a vincere le ultime riserve della Pulce, chiama il giocatore su Facetime. “Ciao Leo, sono José”. Lusinghe, complimenti e fuochi d’artificio.
Il matrimonio è pronto ad essere celebrato. Ma Fabregas, allora centrocampista del Chelsea e amico fraterno di Messi, viene a sapere della trattativa e avvisa Deco. Che fa la spia con Jorge, il padre del fuoriclasse blaugrana. E tutto salta, proprio mentre gli avvocati inglesi stavano preparando la bozza di contratto. Clamorosi retroscena, carichi di milioni, ma ancor prima di emozioni. Chissà cosa sarebbe stato, con il Diez in Premier League.