Chiudi
Grand Hotel Calciomercato

Disabilita l'adblock

Chiudi
Grand Hotel Calciomercato

Chiudi
profile picture

Redazione

profile picture
profile picture
La storia romantica di Jorginho: dalla Sambonifacese al podio del Pallone d'Oro
jorginho-image-gpo

Io vorrei tanto venire li da voi, ma mi manca la mia famiglia. Spero che il Verona creda in questo progetto”. Era l’estate del 2010 e in una pizzeria del centro di Verona Jorginho (qui un altro retroscena su di lui) si rivolgeva così a Mario Tesini, direttore sportivo della Pro Sambonifacese, unica squadra della Lega Pro a dargli un’opportunità prima che fosse troppo tardi. 

 

Se il centrocampista non ha mollato il calcio prima del previsto lo deve anche ad una piccola realtà nella provincia di Verona che ha deciso di puntare su di lui quando, ormai saturo del percorso nel settore giovanile dell’Hellas, aveva bisogno di fare il salto di qualità. Da San Bonifacio ad oggi sono passati dieci anni: nel mezzo la Serie A, il passaggio al Chelsea con l'Europa League e soprattutto l'ultima stagione in cui ha sollevato Champions League ed Europeo. Ed ora il podio, terzo, al Pallone d'Oro.

Jorginho e la storia di calciomercato alla Sambonifacese

Un’occasione per farsi le ossa. Letteralmente. Al Bentegodi quasi nessuno credeva in lui per via del suo fisico mingherlino e gracile. Solo Mauro Gibellini, direttore sportivo, era riuscito a vedere oltre, come ci racconta Mario Tesini, ds della Sambonifacese di quell’anno: “Mi ha convinto a prenderlo. Io già lo conoscevo perché venivo dallo scouting e lo vedevo spesso nella beretti dell’Hellas. All’inizio il problema era il minutaggio e i soldi potenziali della federazione”.

Già perché non avendo ancora la nazionalità italiana lo svantaggio per la squadra di San Bonifacio era che il giocatore non entrava nella lista giovani della rosa e quindi non fruttava nessun premio minutaggio dalla federazione.  

Jorginho: "Voglio smettere"

Fortunatamente si è trovato un punto d’incontro: una cifra di valorizzazione che la società gialloblù avrebbe versato nelle casse della Sambonifacese per ogni presenza di almeno 45 minuti depositata sul contratto registrato negli uffici della lega.

 

Credits: Archivio Sambonifacese

 

Una fortuna anche perchè il giovane Jorginho era sull’orlo di mollare. La famiglia era distante e la nostalgia si faceva sentire: per tornare alla sua casa in Brasile ci metteva 30 ore. Milano-Rio, a Rio un altro aereo per spostarsi verso l’interno e poi 10 ore di pullman.  

A 19 anni, forse, credeva che la grande occasione del calcio fosse già svanita. Invece, anche grazie all’allenatore Claudio Valigi, ha trovato l’ambiente giusto per sbocciare. 31 presenze, 1 gol e obiettivo salvezza centrato. Non male per uno che doveva partire negli juniores. Alla Sambonifacese è stato talmente bene che dopo il prestito sarebbe voluto tornare, la sua famiglia non era più distante 30 ore di viaggio ma bensì mezz’ora di treno, da Verona a San Bonifacio. Nell’estate del 2011, però, tutto è saltato all’ultimo giorno di calciomercato per volere di Andrea Mandorlini, allenatore dell’Hellas.  

 

 

Peccato che nei primi mesi di Serie B il campo lo abbia visto con il contagocce. Così poco da essere tentato di lasciare il Verona per approdare al Mantova di Claudio Valigi. Il suo ex allenatore si era spostato in Lombardia e viste le tante panchine aveva provato a fare un tentativo: “Io mi auguro che la stagione per te possa cambiare, però se devi fare altri 5 mesi fuori, vieni da noi in Lega Pro a giocare e divertirti”.  

 

Il destino ha poi voluto che si prendesse il posto da titolare dopo la sua prima rete in Serie B nella gara contro l’Empoli. Era novembre, e dopo quella partita il posto a centrocampo non glielo ha preso più nessuno. È diventato il ‘figlio prediletto’ di Mandorlini, così come lo è diventato con Maurizio Sarri, prima al Napoli e poi al Chelsea. Un cammino che lo ha portato a vincere tre trofei in pochi mesi: prima la Champions League, poi l'Europeo e, infine, la Supercoppa Europea. Un'estate indimenticabile.

A cura di Andrea Molinari

SCROLL TO TOP