Segnare due gol e ricominciare un discorso vecchio di mesi. Solo che questi ne valgono quattro, o anche di più. Storia di due anni fa, quando M’bala Nzola correva ad abbracciare Vincenzo Italiano perché gli aveva regalato il sogno di giocare in Serie A. Contro il Torino, stessa cosa: si festeggiava la salvezza. Due stagioni dopo la musica non è cambiata, anzi. Nzola l'estate scorsa aveva alzato il tiro: "Posso diventare capocannoniere della Serie A", diceva. E non è stata tanto una "sparata" perché M'bala segna eccome, chiedere anche all'Inter.
“E siamo contenti di quello che ha fatto vedere”, ci raccontano i fratelli Pingisi, storici agenti del giocatore. Doug parla francese e inglese, si occupa principalmente del management e dei contatti; Didier vive in Italia e tiene le relazioni con i club di Serie A. “E poi c’è Kebba Cissé”, ricordano. “È stato lui a scoprire M’bala: è come un fratello maggiore”. Grand frère, in francese.
Un concetto su cui si insiste molto, perché l’affetto che nutrono per il giocatore va ben oltre una questione professionale. “Ho gestito per anni Anelka”, spiega Doug, “con gli attaccanti ci vuole molta psicologia. Noi siamo convinti che M’bala possa diventare tra le cinque punte più forti del calcio italiano: ha fisico, potenza. Dobbiamo lavorare sulla costanza, fare in modo che le sue prestazioni restino di alto livello per una stagione intera”.
Spezia, esclusione Nzola. Gli agenti: "Le regole vanno rispettate"
Obiettivi chiari, lucidità. Non serve fare promozione, conta l’analisi: “È migliorato molto, e questo lo dobbiamo a Italiano. Per lui è stato un uomo chiave: è un allenatore preparatissimo, grande esperto di tattica”. E sentirlo dire a una settimana dall’esclusione disciplinare con la Sampdoria, fa un certo effetto. “M’bala sta bene, ma stava bene anche prima. È una scelta del club: le regole vanno rispettate, bisogna capire che non si è da soli e che bisogna vivere con gli altri. È normale sia arrivata la sanzione, e il giocatore l’ha accettata. Ne abbiamo parlato” prosegue Doug, “ma senza puntare il dito. Ho solo cercato di capire con lui quale fosse l’errore”. Come una famiglia, appunto.
Perché se Kebba è il “Grand-frère”, non si può dire che i Pingisi, in qualche modo, non facciano parte di una sfera molto privata dell’attaccante. “Bisogna saper consigliare nel miglior modo possibile: a gennaio abbiamo ricevuto offerte da tre tre club di Premier League, tre di Serie A, e un sondaggio dalla Bundesliga. Si trattava di discorsi seri, avevamo anche parlato di cifre. Ma poi ci siamo chiesti se avesse davvero senso: Nzola ha bisogno di stabilità, di costanza. E anche se stava attraversando un momento magico, abbiamo pensato fosse meglio rimanesse allo Spezia”.
La svolta di calciomercato di Nzola
Che è stata la squadra della sua svolta (qui la sua storia). “Il momento chiave” conferma Pingisi, “è stato il passaggio dal Trapani. Era un momento molto difficile: M’bala aveva problemi con il club, le cose non funzionavano. Per fortuna con Angelozzi siamo riusciti a trovare la soluzione. È arrivato allo Spezia, dove ha trovato Italiano. Da agenti, la nostra soddisfazione più grande è stata lì: prima la promozione, poi la conferma in Serie A”. Analisi fatta, testa al futuro. Per far diventare un bravo giocatore un campione, ci vuole l’aiuto di tutti. Nzola sa da dove comincare.