Può un gol di tacco cambiare la vita? Sì, ma anche no. Nel senso: quando il calciomercato ha parlato, ha parlato. E se hai un accordo già preso, difficilmente ti tiri indietro. Anche se è vero che Okaka, di emozioni all’ultimo secondo ne ha vissute parecchie. Anche quando si parla di trattative, che ci emozionano sempre. Partiamo dal passato?
Okaka e quel colpo di tacco...
31 gennaio 2010: undici anni fa. La Roma di Ranieri (lo sapete il retroscena sul Torino?) stava pareggiando 1-1 contro un Siena quasi perfetto. Riise aveva portato in vantaggio i suoi, gli aveva risposto Vergassola. Due bellissimi gol. Peccato che poi quel ragazzone, che di anni ne aveva 21 ma che come fisico non aveva da invidiare nulla a nessuno, si era inventato una rete di tacco quasi allo scadere per salutare così i compagni (tra cui Totti, Rosi e De Rossi, a cui era legatissimo) e trasferirsi a Londra, dove lo aspettava il Fulham di Hodgson. “Non si cambia idea, però bello chiudere così”, aveva detti a tutti, con la valigia già pronta nello spogliatoio.
Gioie dell’ultimo minuto. E prospettive che cambiano all’ultimo minuto. Un po’ come quando era al Parma e doveva andare alla Sampdoria: tutto fatto. “Sai, Antonio? Vado alla Samp”. Antonio è Cassano, suo grande amico. La risposta? “Cavolo, allora ci torno pure io!”. Si era tra il 2014 e il 2015: storia.
Okaka al Basaksehir: il retroscena
Dicevamo delle prospettive. Qualcosa è cambiato anche qualche giorno fa: il 31 agosto era finito da poco, e la decisione di restare a Udine era stata presa, per valutare cosa fare al termine della stagione, quando sarebbe scaduto il suo contratto. In Friuli, Stefano si è sempre trovato benissimo: era leader dello spogliatoio, aveva un rapporto splendido con tutti. Di Udine è anche la sua fidanzata, Gaia, che ha deciso in questa nuova, incredibile avventura in Turchia. Che è nata, guarda un po’, all’ultimo secondo.
Era il 4 settembre. “Sono il presidente del Basaksehir: vogliamo Okaka”. Telefonate dalla Turchia, in passato, ne erano già arrivate. Ma anche dall’Italia: Sampdoria , Fiorentina e Torino le piste più percorribili. Godeva dei benefici del decreto crescita, non sarebbe costato molto. Non se ne era fatto nulla. Con questa società, però, è stato tutto diverso: progetto giovane (è nata nel 2014), strutture importanti. E poi manifestazioni concrete di interesse. “Lo vorremmo adesso: organizziamo una call?”. Il fratello di Stefano, Carlo, di cui è agente, era appena partito per le vacanze, ma non poteva dire di no. Organizzata immediatamente una riunione, presentato il progetto tecnico ed economico.
“Per l’offerta ci siamo. Ma ce la facciamo con i tempi?”. Subito erano scattate le chiamate all’Udinese, che avrebbe dovuto perdere un attaccante a mercato chiuso. Ma la disponibilità è stata tanta, e in 48 ore si è chiuso tutto. Di nuovo all’ultimo, come altre volte. Un colpo di tacco di mercato che sa di un arrivederci all’Italia. L’ennesimo di una carriera movimentata. E con tante soddisfazioni.