“La gambeta es la verdadera estrella del fútbol y no se puede enseñar”, Marcelo Bielsa l’aveva definita così la vera essenza del calcio: il dribbling, la finta. Qualcosa che sta diventando sempre più ricercato, tanto che spesso le società europee tendono a guardare oltre oceano per cercare giovani con quelle caratteristiche.
Il quinto giocatore under 24 con il maggior numero di finte riuscite in Sud America nell’ultimo anno (secondo il portale specializzato Sudanalytics) è Luca Orellano: “Ho iniziato a giocare all’età di 5 anni nel Club Atlético Francisco Álvarez, la mia squadra del barrio. - ci racconta in esclusiva ai microfoni di grandhotelcalciomercato.com - Ricordo che giocavo a undici, da attaccante in un campo di terra, già lì mi piaceva puntare l’avversario. Poi a 9 anni sono entrato nel settore giovanile del Vélez e mi hanno spostato prima sulla fascia sinistra e poi sulla fascia destra dove mi trovo meglio”.
Un’indole innata quella dell’esterno offensivo classe ’00 che si sta mettendo in luce con la maglia del Fortín, primo in classifica nel Gruppo B di Copa de la Liga. “Stiamo facendo bene. L’obiettivo è vincere questo campionato, poi ad aprile inizierà la Copa Libertadores e vogliamo fare bella figura”.
Capello platinato e mancino di piede, tocchi di suola e sterzate improvvise. Difficile passare inosservato, in una squadra con un bel mix di giovani come Thiago Almada e Ortega, e di giocatori d’esperienza come Ricky Álvarez e fino a pochi mesi fa anche Fernando Gago. “Prima Ricky giocava nella mia stessa posizione e mi parla spesso, ma anche Gago mi dava tanti consigli. Io non posso far altro che ascoltare da compagni che hanno avuto una carriera importante”.
Gli insegnamenti degli ex allenatori nelle giovanili, Walter Pico e Marcelo Gómez lo hanno accompagnato in Prima Squadra, i consigli dei compagni più esperti lo stanno facendo maturare. Ma la passione per il calcio gliel’ha trasmessa inizialmente papà Carlos. “Da bambino guardavo Messi e Agüero, oggi nella mia posizione guardo Mahrez, Insigne e Sancho, ma ce ne sono anche altri”. 30 presenze, 3 gol e 4 assist sin qui dal suo debutto avvenuto nel 2018: “Per fortuna c’era lo stadio pieno. È stato molto bello. Un sogno che si è realizzato”.
Lo chiamano El Rayo, il fulmine, e a farlo esordire è stato El Gringo Gabriel Heinze: “Mi ha insegnato tanti movimenti che non conoscevo, soprattutto nella fase di non possessso, oltre ai tagli e ai tempi per pressare”. Adesso invece ad allenarlo è Gabriel Pellegrino, ex vice di Benitez al Liverpool e con un passato sulle panchine di club come Alavés, Valencia e Southampton. “È diverso rispetto ad Heinze, ci chiede altri concetti ma ci siamo adattati e per fortuna le cose stanno andando bene. Gli allenamenti con lui sono meno intensi, ma più lunghi”. Due allenatori con esperienza nel calcio europeo, nel quale un giorno sogna di giocare anche Orellano. “In futuro mi piacerebbe giocare in Europa e vincere. Cerco sempre di guardare tanto calcio, di tutti i maggiori campionati europei”.
Il sogno più grande è la Nazionale argentina, una eventuale chiamata sarebbe una prima volta in assoluto visto che non è mai stato convocato a livelllo giovanile. A questo proposito, di recente il ct della Sub-23 ha ammesso di seguirlo con attenzione in vista dell’Olimpiade: “Sta facendo un grande torneo ed è una bella apparizione”. A testimonianza di una crescita che non è passata inosservata. Inoltre, nelle scorse settimane ha rinnovato il contratto con il Vélez fino al 31 dicembre 2023, con una clausola rescissoria di 8 milioni di euro. Un (doppio) passo alla volta, per un futuro che potrebbe essere europeo.
Intervista di Mattia Zupo