Lazzari tra surf e racconti. Dalla vittoria di Anfield alla tripletta contro la Juve di Del Piero

Voglia di giocare, correre e non smettere di divertirsi. Con il pallone, ma anche con una tavola da surf o una chitarra. Questo è Andrea Lazzari, ex giocatore di Cagliari e Fiorentina tra le tante, che continua a giocare a calcio a Senigallia in eccellenza. “Qui è cresciuta mia moglie e ci siamo sempre trovati bene. Io gioco qui e mi diverto, finché il fisico regge. Poi in futuro vorrei allenare, ma ancora non ci penso”. Sorrisi e racconti. Ma che c’entrano la tavola da surf e la chitarra? Passioni nascoste, emerse negli ultimi anni o nei momenti senza calcio. “Ho scoperto il surf qualche anno fa. Ho iniziato a fare vacanze per cavalcare le onde, dalle Hawaii alla Florida. Posti magici. La chitarra invece l’ho sempre suonata, ho preso anche lezioni. A Cagliari suonavo con Biondini, che è bravissimo a suonare il basso”.

Senso dell’umorismo e voglia costante di fare scherzi. Fin dai tempi di Cagliari, con Allegri allenatore. Storie da raccontare. Anche se “gli aneddoti sarebbero davvero un milione”, ce ne da un paio: “A Cagliari ogni tanto ci trattenevamo dopo l’allenamento, soprattutto chi non aveva famiglia. Una volta Allegri ci trovò a giocare a calcio tennis, la particolarità è che eravamo tutti nudi. Che risate. Un’altra che fa ridere é quella dello scherzo, mal riuscito purtroppo, che poteva costarmi una denuncia.” Sorride, ci pensa e poi riparte. Tuffo nel passato e nei ricordi. “Volevo chiamare la sede del Cagliari per dire che avevo una bomba e di far evacuare l’edificio. Purtroppo sbagliai numero e chiamai la capitaneria di porto. Che casino. Hanno fatto scendere tutti i passeggeri di 3 navi, io sono dovuto andare a spiegare che era stato uno scherzo. Che figura, mi accompagnò Matri che non riusciva a smettere di ridere”. Ragazzate, quelle per cui te la cavi con una tirata d’orecchie e un bel sospiro di sollievo.
Voglia di scherzare e divertirsi fuori, grande serietà in campo. Fin dagli esordi. Con Mandorlini e con una Coppa Italia giocata da protagonista. Nove gol, di cui cinque alla Juventus di Del Piero e Trezeguet. Non male per un ragazzo di appena vent’anni. “Bergamo è la città dove sono nato e cresciuto, per me già giocare per l’Atalanta era quindi un privilegio. Figurati segnare alla Juve, sia all’andata che al ritorno”. Due in casa e addirittura 3 a Torino. Lazzari, Lazzari, Lazzari, si legge sul tabellone del vecchio Delle Alpi. Racconti di un ragazzino che sognava a occhi aperti.

Lazzari e il bianconero. Un binomio che si creerà nel 2012, stavolta sponda Udinese: “Arrivai a Udine in cerca di riscatto, venivo da una stagione non molto positiva. Sono rinato e ci siamo tolti tante soddisfazioni”. Dall’Europa League, al gol da centrocampo contro il Siroki, fino alla vittoria di Anfield contro il Liverpool. “Un ricordo fantastico. Vincemmo una partita incredibile in uno stadio da sogno. I tifosi non hanno mai smesso di cantare. E poi, in campo, quanti campioni. Da Gerrard a Suarez, che ci segnò anche su punizione”. Emozioni e ricordi. “Noi la spuntammo grazie a un gol di Pasquale, che tra l’altro è stato il mio testimone di nozze ed è uno dei miei migliori amici nel calcio. È stata una serata indimenticabile”.

Oggi Andrea gioca ancora in eccellenza e studia da allenatore anche se “ancora non ci penso, ci sarà tempo”. Nel frattempo si diverte tra surf e chitarra, cavalcando l’onda come ha sempre fatto in carriera in campo e fuori.