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Nainggolan, addio all’Italia e a Rosa, non è scattato il “diritto di riscatto”

Radja is a RED!”, così l’Anversa ha celebrato sui propri social il ritorno a casa di Nainggolan (qui la storia di quando fu vicino alla Juve). Per lui, classe ’88 nato proprio nella città belga, sarà però l’esordio assoluto fra i professionisti fuori dai confini italiani.

 

 

Gli inizi di Piacenza

Il centrocampista infatti, ha vissuto e giocato in Italia fin dal 2005, quando arrivò a Piacenza dal Beerschot insieme a Didier Ndagano, scelto da Gianni Rubini durante un viaggio di osservazione in Belgio.

Centrocampista di quantità e di qualità. Cattiveria in discreta dose” sottolineava il report di quella partita vista ad Anversa dal dirigente biancorosso. Quasi vent’anni dopo, non si può dire che sbagliò di tanto. 

Dunque a Piacenza i primi passi, l’esordio da professionista in Serie B e i primi insegnamenti di Iachini e Pioli dalla panchina. Negli anni di Cacia, il pubblico della città e non solo iniziò a notare la qualità assoluta di quel giovane centocampista, già pronto per il grande salto. 


Cagliari e l’addio a Rosa

Il momento dell’addio si concretizzò poi nel gennaio 2010, quando l’offerta del Cagliari di Cellino in Serie A era troppo importante per non lasciare Piacenza e approdare in Sardegna, in quella che poi sarebbe diventata la sua seconda casa.

Proprio in quei giorni Radja, colto dalla fretta di compiere al meglio tutti i passaggi del suo trasferimento, lasciò in affidamento il suo cane di nome Rosa a Massimo Cavazzi, figlio di Renato, uno dei più importanti accompagnatori del settore giovanile del Piacenza di allora, figura chiave nella crescita personale del belga.

Te lo lascio qui una settimana, poi vengo a riprenderlo” la promessa di Nainggolan a Cavazzi di quell’inverno. Preso dall’esordio in Serie A e dalla parte conclusiva della stagione, il centrocampista non ebbe poi la possibilità di tornare immediatamente. Rosa in quei giorni si è così affezionata a Massimo e di comune accordo si è deciso che la scelta migliore fosse che restasse a Piacenza, dove vive ancora (godendo di buona salute nonostante l’età) più di 11 anni dopo. 


Nainggolan ora saluta (definitivamente?) l’Italia e anche quel cane che lasciò a chi poteva accudirlo meglio. In termini calcistici, si può dire che il diritto di riscatto non è mai scattato.

Paolo Borella

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