C’era una volta il calciomercato. C’è ancora. Non dorme mai, ve lo diciamo sempre. Se questa volta non riguarda i giocatori, ha a che fare con gli allenatori. E che allenatori. Antonio Conte riparte dalla Premier, nella Londra che conosce bene dopo l’esperienza positiva al Chelsea. Lo aspetta il Tottenham: contratto fino al 2023 e firma a un passo. Retroscena? Ce ne sono stati: perché Paratici ci aveva già provato, ma Antonio, allora, aveva preferito aspettare.
Ma è il solito discorso: Paratici e Conte, insieme, alla Juventus avevano già fatto molto. E molto bene. “Prima o poi qui ti farò venire, Antonio“, continuava a dire il dirigente, passato in estate agli Spurs una volta capito che il suo (lunghissimo) ciclo in bianconero sarebbe finito. E ci ha sempre provato e riprovato, memore del fatto che a Torino, insieme, qualcosa di importante era stato davvero costruito.
E non si parla solo di scudetti, ma di vere e proprie intuizioni di calciomercato che poi Conte aveva il compito di far fruttare in campo. Anno dopo anno, di giocatori, quelli veri, ne sono arrivati tanti: prima era Vidal, o Vucinic. Poi c’è stato Pogba a zero. O Isla (ecco che fine ha fatto). Tutti lavori insieme – senza dimenticare l’apporto importantissimo di Marotta – che hanno portato lontano.
Chissà come andrà in Premier, di nuovo. Antonio viene con il compito di ricostruire, come già era stato con la Juve. Solo, a campionato in corso: un aspetto che ha sempre pesato molto nella scelta di declinare alcune importanti offerte di mercato. Ma questa volta, proprio, non si poteva dire di no. E dopo un altro passo falso di Espirito Santo, la chiamata a Conte era stata naturale. “Ma questa volta, ci vieni?“. E di fronte a tutta questa insistenza, non si è potuto dire di no. Bianconero a Torino, bianconero a Londra. Si parlerà molto italiano. E tra vincere e win, è solo questione di qualche lettera in più.
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