Dimmi che sei un campione, senza giocare una partita. Un mese intero di elogi, senza un minuto in campo: anche questo è gruppo. E Salvatore Sirigu ne è la dimostrazione. Avere davanti uno come Donnarumma non è causa di rivalità, ma spinge al supporto, alla motivazione. Quella che il SalvaToro (così lo hanno ribattezzato in granata) ha dato a tutti, fino alla fine. “Prima della partita, ci ha mandato un video emozionale con i saluti di tutti i nostri cari. Ci ha fatto piangere tutti”, diceva ieri Chiellini. Medaglia al collo e Coppa in mano. L’Europeo si è costruito anche con i giocatori B. Si è vinto così.
Veniva da una stagione non strepitosa: lui, come quella di tutta la sua squadra. Che cambierà quest’estate. Durante la conferenza stampa di presentazione di Juric, Urbano Cairo è stato chiaro: “Ha bisogno di trovare motivazioni, qui non ne aveva più”, ha detto il presidente del Torino (retroscena Belotti). Che con Sirigu aveva costruito un percorso quattro anni fa.
2017: via dal Psg a zero. Dopo dodici mesi in prestito in Spagna al Siviglia e all’Osasuna, per il sardo era arrivato il momento di arrivare in Italia, e il Torino era stato bravo a trovare l’accordo prima di tutti gli altri. In quattro anni, Sirigu si è ripreso la Nazionale, è andato in Europa League, ha vinto un Europeo. Eppure, qualcosa si è rotto, ed è ora di cambiare di nuovo. Erano arrivate le proposte dall’estero, con il Lille, ma alla fine l’ha spuntata il Genoa con un accordo trovato nella notte tra mercoledì 14 e giovedì 15 luglio, quando Preziosi aveva deciso di accelerare.
Non ha fatto in tempo a riposare, che ha subito trovato squadra.
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