“Il portiere è il primo attaccante ed è coinvolto nel possesso palla. L’attaccante invece, è il primo difensore”. Bella scoperta, direte voi. Non tanto invece. Specie se vicino a queste dichiarazioni, rilasciate da Thiago Motta alla Gazzetta dello Sport ormai due anni fa, si mette quella più controversa: “la mia squadra scende in campo con un 2-7-2”.
Come? Sì, avete capito bene. La rivoluzione totale del nuovo allenatore dello Spezia sembrava ribaltare ogni certezza che avevamo sul mondo del calcio. Invece no, bastava cambiare prospettiva, letteralmente. Il 2-7-2 proposto da Motta quando era ancora allenatore del Psg Under-19 è un 4-3-3, ma letto orizzontalmente.
Nel suo gioco, di chiara ispirazione Guardiolista, i 2 esterni da un lato e i 2 dall’altro, ovvero i terzini e le ali, sono giocatori fondamentali. Il modulo è letto in quel modo perché queste 4 pedine sono isolate a coppie sulle rispettive fasce per permettere l’uno contro uno, le sovrapposizioni e quindi la superiorità numerica in quella determinata zona di campo.
I sette centrocampisti, fra i quali va inserito anche il portiere come riferimento più arretrato, servono invece a creare densità in mezzo al campo e garantire un recupero veloce del pallone una volta perso, tramite un pressing intenso e un baricentro molto alto. “Voglio una squadra corta, che pressa alta, ma che quando ha il possesso del pallone controlla il gioco” aveva dichiarato l’italobrasiliano sempre durante quella intervista.
Niente di nuovo o di assurdo, ma comunque qualcosa di molto potente. La rivoluzione fatta da Pep Guardiola, ispirato da Arrigo Sacchi e dal calcio totale olandese, tradotta e riportata in Serie A grazie allo Spezia, che con questa scelta si prende così i relativi meriti e rischi.
Dopo l’addio improvviso di Italiano, i liguri avrebbero potuto puntare su un allenatore navigato nella categoria come Maran o su altri profili di spessore per cercare la salvezza. Invece la nuova proprietà americana, dopo aver sondato il profilo di Francesco Farioli, giovane di belle speranze al momento sulla panchina del Karagümrük in Turchia, si è affidata a Thiago Motta, credendo nella forza delle sue idee.
“Siamo rimasti colpiti dall’energia, dalla dedizione e dalla serietà”, ha detto di lui il presidente Philip Platek, “Thiago combina questi importanti valori che condividiamo con una filosofia calcistica di cui speriamo i nostri tifosi siano orgogliosi”.
Lo Spezia, dopo aver centrato la salvezza con Italiano, altro fautore di un calcio di aggressione, riconquista e possesso con il 4-3-3 (o 2-7-2, che dir si voglia), non ha tremato in un momento che poteva risultare complicato. Il campo poi dirà il resto.
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