Dici Roma-Ajax e pensi agli incroci: statistiche, corsi e ricorsi storici. Ma c’è anche il calciomercato, che tra le due società ha regalato emozioni. O telenovele, chiamatele come preferite. Chissà come ha vissuto Walter Sabatini (il retroscena su Lamela…) quella che ha portato Maarten Stekelenburg a Roma. Nell’estate 2011 ci ha dovuto lavorare parecchio, anche perché l’Ajax era appena tornato a vincere lo scudetto dopo 7 anni, e il portiere era stato un protagonista assoluto. “Ha fatto con noi tutte le giovanili, da 10 anni è il nostro titolare e la nostra guida. Perché dovremmo cederlo?”.
Quella Roma stava provando a cambiare pelle: era un nuovo corso. Nuovo allenatore (Luis Enrique), nuova squadra. E per dare un tocco di internazionalità, si pensava all’olandese, che a 29 anni si sentiva pronto per affrontare una nuova sfida tutta diversa. Il primo viaggio in Olanda però fu fallimentare: la richiesta dell’Ajax era stata altissima, ben oltre il budget stabilito dalla Roma, che era di circa 6 milioni. Gli olandesi ne chiedevano almeno 2 in più.
“Così è dura, ma ci riproveremo”. Metà giugno, nuovo viaggio ma nuovo “no”: erano stati aggiunti dei bonus che però non avevano convinto. Sabatini aveva quindi deciso di prendere tempo e aspettare che qualcosa cambiasse. Passavano le settimane, ma non succedeva nulla. La Roma studiava alternative, ma intanto continuava a chiamare gli agenti del giocatore, per riuscire a trovare una soluzione. Terzo viaggio: metà luglio. “Alziamo a 6,2 milioni e aggiungiamo dei bonus. Cosa ne dite?”. L’Ajax si era messa ad ascoltare, ma aveva chiesto ancora tempo e un ulteriore sforzo alla Roma, che si era indispettita. “O così o nulla!”.
Passano altri 10 giorni, l’Ajax aveva alzato il telefono: “Pronto, Walter? La possiamo chiudere se sistemiamo pochi dettagli”. Il 31 luglio, Maarten era a Fiumicino: 6,325 milioni di euro subito, un milione di euro di bonus e ulteriori 500mila euro in caso di qualificazioni in Champions League dal 2012 al 2016, con un quadriennale a 2,7 milioni di euro lordi al giocatore.
Che a Roma si ambienta pochissimo. Il 17 settembre, contro l’Inter, è protagonista di uno spavento enorme: in un’uscita contro Lucio, riceve una scarpata in faccia che lo fa svenire e dalla quale faticherà a riprendersi davvero. Poi, il problema della lingua: non impara bene l’italiano e a non trova il giusto feeling con i compagni.
In 33 partite subisce 45 gol, uscendo subito dall’Europa League e raggiungendo solo il settimo posto in campionato. L’anno dopo, con l’arrivo di Zeman, gli viene preferito Goicoechea all’inizio; con Andreazzoli recupera il posto ma non esalta. Se ne andrà al Fulham senza troppi rimpianti.
Nel 2002, al suo secondo anno in prima squadra, era in porta nell’unico Ajax-Roma giocato ad Amsterdam: 2-1, con gol di Ibra che segnò così.
Ora, a 38 anni, è di nuovo a difendere i colori del suo primo (e unico) amore. La squalifica di Onana ha cambiato ogni cosa. E anche questa è una telenovela, ma non di calciomercato. Prima o poi, verrà raccontata.
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