In quattro anni, tante cose possono cambiare. Leggende che lasciano il calcio, giovani promesse che esplodono e scenari che si realizzano contro ogni pronostico. Ma se nel 2018, dopo i Mondiali in Russia, ci avessero detto: “Tra quattro anni Umtiti giocherà con il Lecce”, l’avremmo presa a ridere.
Colpi del genere nascono da intuizioni e illuminazioni. E idee di questo tipo le possono avere solo dirigenti come Pantaleo Corvino. Siamo a metà agosto e il direttore dell’area tecnica del Lecce fiuta uno di quegli affari da fantascienza. Gli occhi cadono in casa Barça dove, dopo un calciomercato stellare, c’è necessità di sfoltire la rosa. Esuberi a non finire e dunque tante opportunità.
Tra le occasioni c’è anche Samuel Umtiti. Identikit: 29 anni, 92 presenze in blaugrana e campione del mondo in carica con la Francia. Corvino non ci pensa su due volte. La trattativa va avanti per giorni, fino al 24 agosto. Strette di mano finali e si passa allo scambio di documenti tra i due club. Operazione in prestito secco, con il Barça che pagherà interamente lo stipendio del francese (20 milioni di euro lordi). Il Lecce dovrà solo versare dei bonus in base al numero di presenze del giocatore. La più classica delle Corvinate.
La domanda sorge spontanea: “Ma perché Umtiti ha scelto il Lecce?”. Oltre al desiderio di rimettersi in gioco, dietro la scelta del difensore c’è un motivo ben preciso. Anche abbastanza insolito: studiare la tattica italiana.
“Perché?” direte voi. Alla base di tale motivazione c’è un desiderio per il futuro. Umtiti, un giorno, vorrebbe diventare un allenatore ed è curioso di studiare il calcio in Italia. Qui nasce la scelta del Lecce, che per il francese può essere anche una piazza per rilanciarsi dopo anni in ombra. Complici diversi infortuni.
Da titolare del Barcellona e della nazionale francese a giocatore finito nel dimenticatoio. Umtiti è reduce da anni davvero complicati, condizionati da diversi problemi al ginocchio sinistro. Proprio per questo, il classe 1993, ha portato con sé a Lecce un preparatore atletico personale. Insomma, la voglia di tornare quello di una volta c’è eccome. Per riprendere in mano la propria carriera e per studiare il calcio italiano. La sfida di Samuel è appena iniziata.
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