Chiunque lo racconti lo descrive sempre allo stesso modo. Raggiante, sempre sorridente. Trasmetteva fiducia, serenità e tranquillità. Chi lo ha vissuto in campo, chi fuori. Chi come compagno di squadra, chi come capitano, collega o amico: il ricordo di Gianluca Vialli non cambia. “Era un leader carismatico, una persona squisita. Un ragazzo eccezionale oltre che un ottimo calciatore”. Il ritratto di Vialli firmato da Claudio Nassi.
Fratelli più che semplici amici. “Gemelli del gol” in campo e fuori. La coppia Vialli-Mancini va oltre il calcio. Un tandem nato alla Sampdoria grazie alla mano proprio di Claudio Nassi, ex ds blucerchiato. Prima data da cerchiare in rosso: 30 giugno 1982.
“L’operazione per Mancini la chiusi il 30 giugno del 1982 all’Hotel Roma a Piacenza con l’allora presidente del Bologna Fabbretti collegato al telefono. Mantovani si trovava a Ginevra. La trattativa fu chiusa per 2 miliardi e 550 milioni più tre calciatori al Bologna” racconta Nassi in esclusiva ai microfoni di Grandhotelcalciomercato.com.
La trattativa che portò Mancini alla Samp chiuse anche l’avventura di Nassi come ds blucerchiato. Il 30 giugno la chiusura del colpo, subito dopo l’addio: “Non volevo più lavorare nelle società, non mi interessava. Ma io e Mantovani e rimanemmo in rapporti talmente solidi che lui non faceva una mossa senza prima telefonarmi. La situazione fu questa fino a quando non portai Redondo alla Sampdoria: la sera l’operazione era chiusa, ma poi la mattina il presidente mi telefonò dicendomi che era lento e saltò tutto. La cosa mi dispiacque moltissimo”.
Una connessione, quella tra Mantovani e Nassi, andata avanti per anni. Anche quando Claudio decise di lasciare la Samp. Un filo diretto che rese ancora più preciso il loro lavoro. “Quando fui invitato a Göteborg per la finale della Coppa delle Coppe, al ritorno sull’aereo il presidente Mantovani prese un gagliardetto e lo fece firmare a tutti i calciatori. Dopodiché scrisse: ‘Tutti questi giocatori sono più suoi che miei’, firmato Paolo Mantovani. Lo conservo ancora gelosamente insieme al contratto di Van Basten”.
E la trattativa per Vialli? Dal 1982 si va avanti di due anni. Nel 1984 Nassi non era più il ds della Samp. Aveva chiuso già da due anni, ma il legame con Mantovani era sempre lo stesso. Si sentono quotidianamente, parlano, collaborano. Andò così anche nell’operazione Vialli: “Mi telefonò Sandro Vitali che al tempo era il ds del Como poiché Mondonico, l’allenatore della Cremonese, gli aveva chiesto aiuto per vendere Vialli. Questo perché il presidente Luzzara voleva rientrare e tenere Gianluca ancora un anno. Lui mi chiamò e mi disse: ‘Claudio, ti interessa Vialli?’. Io risposi: “Sandro, è l’attaccante più forte che c’è in Serie B ma dato i rapporti che ci sono tra Luzzara e Boniperti credo che non ci sia nulla da fare’. Lui invece mi disse che la Juve aveva spesso tutti i soldi per Penzo e così gli risposi: ‘Allora non ci sono problemi, la cosa è fatta’”.
“Telefonai subito al presidente Mantovani e gli dissi: ‘Questo rientra nei nostri piani per costruire la squadra che vogliamo. Telefoni subito a Luzzara e si metta d’accordo con lui’. Lo chiamò il giovedì e il sabato successivo chiusero l’operazione”.
“Non potendo acquistare Tardelli e Cabrini allora decisi di prendere i migliori calciatori della Serie B e della C”. La Samp-d’oro nacque così, tra intuizioni, visioni e opportunità. Un pezzo di storia che resterà per sempre. Con la firma indelebile di Claudio Nassi.
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