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Nel mondo di Adli, talento dal cuore d’oro: “Non c’è un ragazzo che fa queste cose alla sua età”

Quando cerchi le tracce di Yacine Adli e conosci le persone che lo hanno visto crescere capisci subito che il Milan ha fatto bingo: “Lui è un ragazzo diverso dagli altri“, ci racconta Khalil Jemili, amico e responsabile della comunicazione dell’US Villejuif, il primo club calcistico di Yacine. Un ragazzo unico, ma non (solo) per le doti tecniche. “Suona, legge libri, è iscritto al conservatorio e ha aperto un’associazione no profit per la gente e i ragazzi della nostra città. Di testa è sempre stato avanti rispetto agli altri. Da bambino poteva parlare per ore con i più grandi. È di un’intelligenza rara“. 

 


 

L’associazione che porta il suo nome

Adli è nato il 29 luglio del 2000 a Villejuif, un comune a otto chilometri dal centro di Parigi. Oggi da quella città è lontano. Ora è a Milano, ma Yacine non ha mai smesso di occuparsi del posto che l’ha cresciuto. Da più di un anno ha fondato un’associazione che porta il suo nome e che ha obiettivi ben precisi per il tessuto sociale: “Distribuiamo cibo a chi ne ha bisogno e andiamo a visitare istituti per i ragazzi meno fortunati, come orfanotrofi“, ci spiega Khalil, che oltre a essere un amico storico di Adli, è anche il responsabile della comunicazione della sua associazione. “Andiamo a ripulire la città ed eliminare i rifiuti per la strada, seguiamo e aiutiamo i ragazzi che hanno qualche problema a livello scolastico o sociale o anche al livello lavorativo“. E il ruolo di Adli non è solo quello di ‘facciata’: “Quando può Yacine è sempre disponibile. Dopo il calcio e la famiglia, la cosa a cui più tiene è la sua associazione: cerca sempre cose nuove da fare per i ragazzi e per la gente di Villejuif“. Cuore d’oro.  

 


Yacine Adli durante la distrubuzione di cibo per i più poveri, in pieno centro a Parigi

 

“Sapeva fare tutto… anche il ‘portiere’”

E poi arriva l’Adli calciatore: “Inutile dirvi che fosse di un livello superiore rispetto agli altri ragazzi“, ci dice Moulay Chebab, il suo primo allenatore. “Faceva tutto: difensore, centrocampista, attaccante, e quando ci fischiavano contro un calcio di punizione dal limite dell’area, gli dicevo di andare in porta“. Come? “Sì, in porta. Gli dicevo ‘Mettiti accanto al portiere e togli la palla con la testa’. Riusciva a fare anche quello“.

 


 

Al Villejuif ha ricoperto praticamente tutti i ruoli. Da quando è partito ha continuato a occuparne altri: “Quando firmò col PSG era con loro durante la settimana, ma nel weekend se aveva tempo libero passava a salutarci“, ci ha detto Chebab. “Stava con noi a pranzo o a cena, spesso offriva la pizza a tutti. Altre volte stava con me in panchina durante le partite, oppure prima delle partite si metteva a fare le linee di fondo campo se ci mancava il personale. E ti dirò di più: lui a me ha insegnato tante cose. Ad esempio: mi ha detto che a fine primo tempo è importante dare energia ai ragazzi con un po’ di cibo. Io non davo mai niente ai miei calciatori perché credevo che facesse male; invece lui mi ha insegnato questo perché lo aveva visto fare al PSG. Adesso lo faccio sempre“.

 


Adli in visita al suo club formatore, ai tempi del PSG

 

“Quando abbiamo visto la foto con Maldini siamo impazziti”

Oggi Adli è uno dei migliori prospetti del calcio francese. Chi lo ha visto crescere lo ha sempre saputo: “Yacine è sempre stato ambizioso”. Per tutti gli abitanti di Villejuif è un orgoglio: “Quando abbiamo visto la sua foto con Maldini siamo impazziti tutti“, dice Khalil. “È qualcosa di magico per tutti noi. Però sapevamo il valore di Yacine ed eravamo consapevoli che sarebbe riuscito a raggiungere un grande traguardo. È uno serio, che ascolta e assimila tutto. Lo sa che ogni volta c’è qualcosa di nuovo da imparare. Per lui non esiste un punto d’arrivo. Vuole sempre andare oltre. Con uno come Pioli sta crescendo tantissimo“.

Leggi anche – Adli alla grande: prove da Milan. Il retroscena sul suo passaggio in rossonero


 

Il calcio, la lettura, la musica, la beneficienza. Adli è tutto questo: “Non scordiamoci che Yacine ha solo ventitré anni: lo conoscete un giocatore di quest’età che si occupa di tutte queste cose, oltre a essere un talento calcistico?. Da Villejuif il messaggio è chiaro: a Milanello è arrivato un patrimonio.     

Redazione

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