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"Ho sfiorato l'Italia, ora sono imprenditore": la vita (senza rimpianti) di Luis Fabiano
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Avete presente la sensazione di aprire una porta, guardare cosa ci sarebbe stato dall’altra parte, poi chiuderla e dire: “Tutto sommato, è andata bene così”? La soddisfazione di aver chiuso un percorso e di volerne aprire un altro. “Potevo venire in Italia, mi hanno cercato il Milan e c’è stato un sondaggio della Roma”: chissà come sarebbe stato vedere Luis Fabiano in Serie A.

 

O Fabuloso”, in carriera, lo è stato davvero. “Mi avevano dato questo nome dopo una tripletta segnata nel San Paolo: mi è piaciuto, me lo sono tenuto volentieri”, ride. Ve lo ricordate a Siviglia? O con la maglia del Brasile? Negli anni 2000, con Adriano, Ronaldo, Robinho, Ronaldinho, Kakà, aveva formato uno dei reparti d’attacco più forti di sempre. D’altra parte, se nei club segni oltre 400 gol in quasi 800 partite, qualcosa vorrà pur dire.

 

A Siviglia” ci racconta, “ho vissuto sette anni pieni di traguardi, gioie e soddisfazioni. Avevamo una squadra molto forte e abbiamo dato il via a una tradizione di vittorie che è viva ancora oggi”. Lo dice con orgoglio: basta vedere le coppe alzate con i biancorossi. “Mi seguivano da quando ero al San Paolo (nella prima delle due esperienze, ndr). Poi ci hanno riprovato qualche anno dopo, quando ero al Porto, di cui ricordo ancora con gioia la vittoria della Coppa Intercontinentale. Non ci hanno messo molto a prendermi: l’offerta era quella giusta”.

Luis Fabiano e il calciomercato in Serie A: "Milan e Roma..."

Quasi come il Milan. “Sì, è vero: nel 2010 ero vicinissimo alla Serie A. Con me era davvero tutto a posto, ma alla fine le due società non avevano trovato l’accordo”. Se fosse arrivato, quell’anno avrebbe vinto lo scudetto con Allegri in panchina: “Ma non ho rimpianti, lo dico davvero. Penso che nella mia carriera le cose siano andate come avrebbero dovuto. Certo, ero contento che un club come il Milan volesse contare su di me, ma non è stato possibile e ho guardato avanti”. Altri club interessati? “La Roma. C’era stato qualche contatto con il mio agente, si è andati poco oltre un sondaggio, ma non è mai arrivata un’offerta ufficiale”.

 

Poi, la rivelazione. “Qualcosa c’è stato anche con il Real Madrid. Ma a dirla tutta, sono stato molto più vicino al Barcellona. Avevano cercato di comprarmi sia al San Paolo, sia al Siviglia”. Anche in questo caso non è andata. Rimpianti? Nessuno.

 

Forse, uno dei pochi che davvero ha è legato alla sua Nazionale. “Ci è mancato vincere il Mondiale nel 2010”. Quello in Sudafrica, dove il Brasile partiva come favorito. “Però abbiamo raggiunto anche dei bei traguardi: la Copa America, la Confederations Cup. È sempre stato bellissimo vestire la maglia della Nazionale”.

L’importante era stata la costanza, la voglia di emergere, “che rende ancora adesso il nostro campionato tra i migliori del mondo. Ci sono molti giocatori brasiliani in Europa, non è casuale”. Quinto miglior realizzatore della storia del Siviglia, terzo della storia del San Paolo: c’è un nuovo Luis Fabiano? “Non vedo nessuno con le mie caratteristiche, ma ci sono tantissimi giocatori davvero forti. Haaland è eccezionale”.

Cosa fa adesso Luis Fabiano

E adesso? “La mia carriera non è ancora conclusa. Lo so, non gioco da tre anni, ma non ho ancora dato il mio addio ufficiale al calcio. Vorrei farlo quando il pubblico sarà di nuovo negli stadi. In questi mesi ho anche vinto la mia sfida contro il covid: il medico mi ha consigliato di andare in ospedale al decimo giorno dei sintomi e avevo paura che tutta la mia famiglia stesse male. Per fortuna non è andato così”. Non giocare, però, non vuol dire stare fermi: “Ho studiato tanto, mi sono aggiornato, e ho anche aperto due attività: ho un negozio di alimenti naturali e sono socio di una concessionaria di auto”.

 

Testa alta, sfide continue. Questo vuol dire non avere rimpianti. “Me ne è venuto in mente uno”, ci interrompe. “Nella finale di Copa Sudamericana 2012, ho preso un doppio giallo davvero stupido”. Per una simulazione davvero banale. “Sì, quella era da evitare”, conclude. Mentalità “Fabulosa”. Questo serve per diventare campioni.

(Foto copertina: Siviglia FC)

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