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Brescia, la Roma e Pep: quando Mazzone raccontò Guardiola

È morto all’età di 86 anni Carlo Mazzone, storico allenatore del calcio italiano. Vi riproponiamo una sua intervista ai nostri microfoni.

 

Se c’è un legame di cui sono orgoglioso, è quello con Guardiola”. Quando gli parli di Pep, il tono gli si illumina. Da buon padre e nonno di famiglia, Mazzone vuole bene a tutti i suoi ex giocatori. E non è per dire.

Ma quella con lo spagnolo è stata una storia stranissima. Sapevate che a un certo punto aveva quasi bloccato il suo arrivo? Non era una valutazione tecnica (“Mica ero pazzo”), ma la parola data a un altro giocatore per lo stesso ruolo (qui tutti i dettagli).

 


Una cosa, questa, che ha davvero fatto innamorare Guardiola di Mazzone, tanto da ricambiare sul campo tutta la stima che provava per il suo allenatore. “Io faccio il tifo per lui, sempre. Un po’ come lo faccio per Totti, Baggio e tutti gli altri. Ci sentiamo qualche volta? Sì”, ci racconta Carletto. Che come per Pirlo, non nega di seguire con grande interesse l’evoluzione della sua carriera.

 


Per me allenarlo è stato un privilegio, dirgli cosa fare mi sembrava pure superfluo”. Tranne in un caso. Poteva non esserci di mezzo il calciomercato? Alla fine della stagione 2002, dopo un anno di Brescia, a chiedere Pep è la Roma. L’onestà intellettuale di Mazzone non poteva che spingerlo a una cosa. Accettare. Gli consigliò il trasferimento, perché una piazza come Roma era da vivere. Certo, tenerlo a Brescia gli sarebbe piaciuto, ma vederlo in giallorosso in qualche modo lo rendeva orgoglioso del suo lavoro.

 


 

A distanza di tanti anni, Guardiola ancora ricorda quell’episodio. E se deve citare qualcuno dei suoi maestri, di quelli che si è portato dietro anche da allenatore, il nome di Mazzone non manca. “A me fa ancora strano che venga criticato. Quanto sta vincendo nel City?”. Una marea, Carletto. “Eh, e di che stamo a parlà?”.

Valentino Della Casa

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