Il campetto, la chiamata giusta: come è nato Paredes alla Roma

Il campetto, la chiamata giusta: come è nato Paredes alla Roma

Sembra incredibile, ma River e Boca hanno collaborato insieme. È il calciomercato che fa la differenza, in questo caso, e la segnalazione giusta arriva da un unico intermediario. “Walter, devi vedere due ‘94”. Telefonata a Sabatini da un intermediario, mentre l’allora ds della Roma era in Argentina. I ‘94 non sono proprio due sconosciuti, adesso: Ocampos nel River, Paredes nel Boca. Sabatini, come sempre, non aveva lasciato nulla di intentato, e nel 2011 un’occhiata era andato a darla.

 


I due giocavano ancora nelle categorie giovanili: nomi segnati e archiviati. “Metti mai che un giorno mi possano tornare utili”. Dopo 3 anni, in effetti, sarebbe stato così. Almeno per Paredes, che era rimasto in argentina a differenza dell’attaccante, passato nel 2012 al Monaco. Nel Boca, il centrocampista stava facendo molto bene, valeva la pena tentare. Comincia la trattativa, ma non è facile: il giocatore non ha ancora 20 anni e il Boca vuole già molti soldi. 

 


Come si conclude? 5 milioni e affare fatto, ma il telefono resta bollente. Perché Sabatini deve trovare un sistema per il passaporto, dal momento che il giocatore è extracomunitario: accordo con il Chievo per sei mesi in prestito, così da permettergli di crescere con calma. Anzi, formalmente a gennaio 2014 l’operazione con il Boca viene chiusa proprio dai veronesi (una cosa simile avrebbe fatto la Juventus molti anni dopo, per Demiral), per poi girare alla Roma il cartellino l’estate successiva.

 


Ingresso soft in Italia, un anno in giallorosso, il prestito all’Empoli, un altro anno a Roma e la cessione per 27 milioni (23 più 4 di bonus) allo Zenit. Scovarlo in quei campetti è servito.