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Da Ibra a Balo e Haaland: tutti i talenti (e i trasferimenti record) di Mino Raiola

“Napoli” in Olanda. Le pizze servite ai tavoli a quei clienti con cui poi creava legami e consolidava relazioni. Perché nella pizzeria del padre ad Haarlem, Mino Raiola ha cominciato a esternare il fiuto per il business fin da ragazzino. Prima il lavoro nel locale della famiglia, poi la prima impresa in proprio prima del calcio. Mino – al secolo Carmine –, nato a Nocera Inferiore ma ci rimase solo un anno, è morto a 54 anni. Da giovanissimo Raiola capì come sfruttare al meglio il mondo del calcio, la sua passione.

 


 

Perché esiste anche un Mino calciatore, oltre che procuratore. Fino all’età di 18 anni gioca nel vivaio dell’Haarlem prima di diventarne il responsabile dello stesso settore giovanile. E a vent’anni ecco la prima società di intermediazione. E dall’Olanda, in particolare rappresentando i giocatori dell’Ajax, Raiola ha costruito il suo impero. Il suo nome sarà per sempre legato a quello di Zlatan Ibrahimovic: uno dei suoi primi assistiti e l’uomo che l’ha portato alla ribalta. Ma attenzione, lo stesso discorso vale anche nel senso opposto perché Raiola è stato determinante per l’ascesa dello svedese.

Zlatan e Mino: dall’Olanda all’Italia

 


 

La prima trattativa da “film” è stata quella che ha portato Zlatan in Italia per la prima volta. Luciano Moggi, guardando l’Ajax, si innamora e lo vuole assolutamente alla Juventus. E qui il primo gioco di prestigio di Raiola. Nel lusso di Montecarlo, il giorno del Gran Premio di Monaco, l’ex dirigente juventino invita ad assistere alla gara Ibra e il suo procuratore per strappare il sì. Una volta trovato l’accordo, serve convincere l’Ajax a lasciarlo andare. I Lancieri non sono così convinti e quindi il colpo di teatro: “Facciamo litigare Ibra e Van Der Vaart. Sceglieranno il capitano e lasceranno partire Zlatan”. Detto fatto, lo svedese prese il suo primo volo per l’Italia.

Due anni più tardi, l’estate di Calciopoli, l’attaccante è una delle tante star in fuga dalla Juventus. La destinazione sembra certa: Milano. Ma per il Milan o per l’Inter? I nerazzurri si muovono prima, sfruttando il preliminare di Champions League dei cugini: senza l’accesso alla fase a gironi non si sarebbero potuti permettere lo svedese. Così Ausilio fa tutto e firma i contratti. E qui anche un altro colpo di teatro di Raiola: “Mi ha chiamato Galliani che sta festeggiando e mi ha invitato da Giannino. C’è anche il presidente Berlusconi per chiudere Ibra. Andiamo a fare un solo un saluto veloce”, dirà Mino.

 


 

Una trattativa rimandata di quattro anni, quando l’ultimo giorno del mercato estivo 2010 Raiola e Galliani arriveranno davvero alle firme per Ibrahimovic. Le stesse firme che due anni dopo lo portano a Parigi, con Zlatan che confessa di aver scoperto del trasferimento a cose fatte. Dietro sempre lui, uno degli artefici del suo destino, a gestire tutto: Mino Raiola.

Raiola e la magia Pogba: andata e ritorno

 


 

Ma il procuratore e la Juventus non sono legati solo dallo svedese. Torino 2012, arriva una giovane francese svincolato dal Manchester United. È un centrocampista alto e tecnico, un po’ acerbo ancora in campo ma in Italia può migliorare. Infatti, cresce eccome, diventando uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. E quattro anni più tardi Raiola orchestra il ritorno sulla stessa tratta. La trattativa tra Juve e Red Devils si prolunga proprio per “colpa” di Raiola, perché le due società non trovavano l’accordo su chi dovesse pagare le commissioni all’agente. Ma alla fine tutto si è chiuso: Pogba-Manchester, andata e ritorno.

Da Balotelli a Haaland, i gioielli di Raiola

 


 

Una vita per i suoi giocatori. Oltre a Zlatan e Paul, c’è ovviamente anche Mario. Tutta la carriera assieme, fra mille problemi da risolvere, gossip, dichiarazioni. E ovviamente un rapporto fatto di tanto amore: Balotelli ha sempre visto Raiola come un fratello maggiore, forse anche un po’ come un secondo padre. E viceversa Mino. Dall’Inter al City, dal Liverpool al Milan passando per Nizza, Marsiglia, Brescia, Monza e infine la Turchia. Non importa dove e quando, Raiola riesce sempre a trovare una soluzione ideale per Balo.

Milioni su milioni: nella sua carriera, Mino ha sempre chiuso trasferimenti record. Lukaku dallo United all’Everton per 85, De Ligt alla Juventus per 75, Lozano al Napoli per 40. E ne stava per concludere un altro: Erling Haaland al City. 75 milioni per la clausola, al Dortmund, 70 milioni di commissioni. E ovviamente stipendio e premi faraonici per il giocatore. Perché gli interessi dei suoi ragazzi sono sempre stati la priorità di Raiola. Uno che a giacca e cravatta ha sempre preferito la maglietta, perché “quando sei potente, non hai bisogno di vestirti elegante per essere cercato”. Una frase per ricordare un uomo che, sicuramente, ha rivoluzionato il calcio(mercato).

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