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Un “Grosso” acquisto: le crisi di Foschi e quel contratto firmato al bar

Quando le telecamere lo riprendono mentre urla al cielo, le braccia allargate e gli occhi stretti, la sua storia di calciomercato si è già consumata. Fabio Grosso, quell’estate del 2006, è diventato il simbolo dell’Italia intera, quella che partendo dal basso riesce a diventare Campione del Mondo. Storia che sappiamo già: l’abbiamo raccontata in lungo e in largo. Meno si conosce, invece, dei trasferimenti di questo terzino che dagli abruzzesi dal Renato Curi (squadra abruzzese) è arrivato al “Renato Curi” con il Perugia di Cosmi, in Serie A. Sorprendente.

 


 

In Umbria, Grosso diventa un nome. Uno di quelli che piacciono alle big. Nel 2003 arrivano già le prime chiamate di Trapattoni per la Nazionale. È pronto al grande salto, insomma. E lui un salto lo fa, enorme, ma nel vuoto della Serie B. Ma come? Dalla A da protagonista alla B? Sì, se a farsi avanti è il Palermo di quei due visionari che portano il nome di Zamparini e Foschi (e quei retroscena sugli altri difensori…). 

La proposta del Palermo

Abbiamo un’offerta altissima per Fabio: volete valutarla?”. Autunno del 2003: il Perugia è a rischio fallimento (e retrocessione, che poi a fine stagione si materializzerà; il crack finanziario è rimandato solo di un anno) e c’è già chi prepara le valigie perché, con la sua cessione, avrebbe aiutato le casse societarie. Giovanni Tedesco, per esempio, in inverno si trasferisce al Genoa. E a ruota se ne va anche Grosso, che ha estimatori in A, ma non convinti come il Palermo. Il rischio c’è tutto: è vero che la squadra di Guidolin è prima in Serie B, “Ma se poi non riusciamo a salire? Dovrei ripartire davvero da zero?”, sono i dubbi che il giocatore esprime al suo agente, Stefano Antonelli.

  


 

Lui, però, si assume la responsabilità: la proposta economica è molto gratificante, ma sono le prospettive a piacere davvero. Nel giorno delle firme, Foschi a Milano sembrava elettrico. Anzi, vedendo l’agente molto tranquillo, teme un tranello, e mette in scena uno dei suoi spettacoli preferiti: “Ho un attacco di cuore! Aiutatemi! Queste trattative mi esasperano!”. Si accascia sul divano della stanza di hotel in cui si sta portando avanti la trattativa, Antonelli si spaventa a morte e inizia a chiamare aiuto. Non ha mai visto Rino così in fibrillazione, per poi calmarsi di colpo una volta che arrivano le firme. “Ah, l’ha fatto anche a te?”, diranno all’agente poi alcuni suoi colleghi. Ci stupiamo ancora?

  


 Comunque, il salto a Palermo è nel vuoto… ma che rimbalzo! Arriva la promozione, e l’anno dopo addirittura il sesto posto in Serie A. Grosso si gode la qualificazione in Coppa Uefa, nella quale fa molto bene. Ma a primavera 2006, sente il bisogno di cambiare qualcosa. “Pronto, Stefano? Volevo dirti che io qui sto benissimo, ma vorrei fare un ulteriore salto nella mia carriera. Non è una questione di soldi, ma di obiettivi. Lavoriamo per trovare un top club?”. In quella chiamata ad Antonelli, Grosso si dice anche disposto a parlare di persona con Zamparini per spiegare tutto. Foschi si infuria, ma si deve arrendere di fronte all’evidenza. E a maggio comincia a farsi viva l’Inter.

Contratto al bar

Branca dimostra grande interessamento, ma ha fretta di chiudere perché vuole evitare che i Mondiali possano far schizzare la sua valutazione. La trattativa si chiude in maniera rocambolesca: dopo un mese di discussioni, al bar di Coverciano Grosso firma il suo contratto con i nerazzurri. Cinque minuti dopo, chiude la sacca e parte con il gruppo della Nazionale in aeroporto, con destinazione Berlino. Mai contratto fu più tempestivo, avrà pensato Branca: avesse tardato solo qualche settimana, non l’avrebbe chiusa. Non a quelle condizioni, almeno.

 


Uno Scudetto e una Coppa Italia, però, non fanno scattare la scintilla con l’Inter, nonostante 23 presenze e 2 gol segnati. Dopo un solo anno, arriva la proposta del Lione per il tramite di Oscar Damiani (e quella storia su un giocatore della Juve…) e Marco Simone, l’ex giocatore del Milan che collabora con lo storico agente. L’operazione si fa e in Ligue 1 arrivano altri titoli. Quindi, due anni dopo, il ritorno in Italia e alla Juve. Inter, Lione e Juventus: il top è stato raggiunto. Come si dice? Step by step? Da una stanza di albergo a un bar nel giorno della partenza più importante dell’intera carriera. Il mercato regala anche questo.

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