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“Complimenti, avete riportato Zlatan a Milano”. Da Ibra a Ibra: le condizioni per il ritorno al Milan

Complimenti, hai riportato Zlatan a Milano”. Parola di… Zlatan. Galliani ci ha raccontato come arrivò al Milan. Ma quando tornò? Era quasi come una promessa, quella di Ibra: ai rossoneri la porta non l’aveva mai davvero chiusa. Anzi, dopo quell’addio vissuto come un tradimento, c’è sempre stata quella pulce nell’orecchio che gli diceva: “Prima o poi ritornerai”.

  


 

Parlava croato, quella pulce. E ha un nome e cognome: Zvone Boban, che ai tempi della sua dirigenza al Milan aveva anche avviato i primi contatti per Mandzukic. Un grande attaccante, Mario. Ma per Zlatan il progetto era diverso. Questione tecnica? No, era altro. Anzi, tutto. Rilancio della squadra, dello spogliatoio: “Ci servi per dare sicurezza ed esperienza. Ci servi per vincere”. Poche parole. Chiare, dirette. Come piacciono a Ibra.

 


 

I primi contatti risalgono a inizio dicembre 2019, quando il Milan ha appena cambiato allenatore (Pioli per Giampaolo) ma fatica a trovare la sua identità. “E se ci provassimo?”, si chiedono Boban e Maldini, entrambi afflitti non solo per come sta andando la stagione, ma per il generale momento del Milan, lontano anni luce dai fasti di quando indossavano la maglia rossonera. Una lucida follia, vale la pena tentare.

“Ora però vado a caccia”

Prima lo avevano visto ai Galaxy, per capire come stesse. Poi, telefonate continue, con Raiola e con il giocatore stesso. Il Milan lo vuole già a inizio dicembre. “Non è possibile: devo ricaricarmi ”, la risposta “Ma tanto entro in forma presto“. Questo è Ibra. Si decide di continuare con pazienza e prudenza, senza sosta. A un certo punto, una piccola svolta: “Mi interessa molto la vostra idea”, dice Ibra, che non si smentisce nemmeno quella volta. “Ora scusatemi, devo andare a caccia nel bosco. Ne riparliamo”. Chiamata chiusa così. Un sorriso e una speranza: “Magari ce la facciamo”.

 


E si arriva alla Vigilia di Natale. Un numero privato chiama Boban, che già intuisce. “Chi parla?”; “Sono io”, dall’altra parte, in croato. “Volevo farti i miei complimenti, avete riportato Zlatan a Milano”. Non ne fa questione di soldi o contratto, almeno lui: “Se non faccio bene, se non spacco, rinuncio a tutto e me ne vado“. Dopo venti giorni di corteggiamenti e di attesa, il miracolo si è compiuto. Zlatan is back, diranno i giornali nei giorni successivi. Juve e Inter, quindi il Milan-bis. E quel progetto è davvero tutto un libro aperto. Lo stiamo ancora scrivendo.

Redazione

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